Regista bergamasca
gira film in Città Alta

In questi giorni la regista bergamasca Daniela Persico sta finendo di girare un film-documentario ambientato in Città Alta, protagoniste tre figure femminili del Medioevo, interpretate dalle attrici di teatro Sara Masotti, Laura Pizzirani e Angela Dematté. Il progetto del primo lavoro di Persico sulla Bergamo medioevale ha vinto il concorso Fuoriformato indetto dalla Provicia di Milano. Medioevo e cinema sono le sue due passioni. Sin da piccola la giovane regista bergamasca Daniela Persico è cresciuta in contesti, come la sede della scuola elementare di Città Alta presso il Chiostro di San Francesco, che - come constata lei stessa - hanno fatto nascere in lei «un’attenzione abbastanza inconsapevole» verso questa età storica e la sua cultura.

Dopo la laurea in Storia e letteratura medioevale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Persico ha iniziato a scrivere recensioni cinematografiche per un quotidiano nazionale e a occuparsi del festival milanese Filmmaker. Finché è riuscita a coniugare le sue due passioni in «Et mondana ordinare», il progetto con cui l’anno scorso ha vinto il concorso milanese, trovando così i finanzialmenti necessari per concretizzarlo, e che ha iniziato a girare in siti monumentali di Bergamo e provincia la scorsa estate, incontrando la collaborazione della Curia di Bergamo, del Consorzio della Misericordia Maggiore e del ristoratore Roberto Amadeo. Riprese che la regista, con l’aiuto produzione Giovanni Maderna e il direttore della fotografia Pierluigi Laffi, sta concludendo proprio in questi giorni in Città Alta.

«Il documentario - annuncia Persico - include parti di finzione, dura meno di un’ora e sarà pronto a maggio per essere presentato in una serata a Bergamo e in festivals internazionali della prossima estate. In particolare, i testamenti di tre donne bergamasche vissute tra fine Duecento e metà Trecento, scelti tra quelli conservati nella Biblioteca civica Angelo Maj: testimonianze molto particolari che permettono di mettere a confronto la nostra esistenza e quelle di tre diversi spiriti femminili vissuti in un’epoca molto distante da quella attuale e animati da una profonda tensione religiosa. L’idea mi è venuta sulla base della tesi di un’amica, Maddalena Vicini, e degli studi della storica Maria Teresa Brolis».

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