I pirati «BtJunkie»:
chiuso l'accesso

La Guardia di finanza ha oscurato il sito www.proxyitalia.com, creato in Canada e allocato in Germania, e consentiva l'accesso dall'Italia al portale multimediale pirata btjunkie, uno dei più grandi supermercati mondiali del falso multimediale.

La federazione dell'industria musicale italiana (Fimi) ha accolto positivamente l'iniziativa della Procura di Cagliari nei confronti di alcuni Isp italiani che non hanno ottemperato al blocco del sito pirata BtJunkie, ordinato dal magistrato qualche mese fa.

«L'offerta illecita da parte di siti pirata collocati all'estero, è una spina nel fianco delle piattaforme legali di musica e va colpita con determinazione, sorprende la posizione di noti provider di consentire il collegamento ai propri utenti in contrasto con quanto ordinato dall'autorità giudiziaria - ha commentato Enzo Mazza, presidente di Fimi -. Riteniamo l'azione promossa dalla magistratura di Cagliari molto importante per dare un segnale che l'illegalità non può essere tollerata ne favorita in alcun modo, soprattutto da parte di aziende che offrono servizi di di telecomunicazione, il cui ruolo è determinante nel porre fine alle violazioni come previsto dalla direttiva sul commercio elettronico».

BtJunkie, dopo la chiusura di Pirate Bay, era diventato il sito tracker per bit torrent più utilizzato in Italia. I file disponibili sulla piattaforma illegale erano 4 milioni e il 6% degli utilizzatori, quasi 600 mila, provenivano dall'Italia. Il nostro Paese risultava essere il secondo al mondo (dopo gli Usa) per percentuale di visitatori. La complessa investigazione tecnico informatica, condotta dalla Guardia di finanza, e l'innovativo approccio giuridico adottato dalla Procura di Cagliari, hanno consentito di ottenere un risultato di assoluto rilievo: Btjunkie ha perso immediatamente oltre il 67% dei suoi utenti, calo destinato ad aumentare nelle prossime settimane.

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