La musica on-line
sfida l'Fbi

«Error:access denied» sta scritto ora sul portale del sito www.megaupload.com. Impossibile entrare in quello che fino a venerdì scorso era uno dei maggiori siti su cui da ogni parte del mondo si scambiavano file musicali e video.

«Error:access denied» sta scritto ora sul portale del sito www.megaupload.com. Impossibile entrare in quello che fino a venerdì scorso era uno dei maggiori siti su cui da ogni parte del mondo si scambiavano file musicali e video. Megaupload era in assoluto nella top ten dei più frequentati al mondo, e i 150 milioni di utenti registrati ora rimarranno a secco di file gratuiti, almeno per un po'.

Naturalmente l'arresto di Kim «Dotcom» Schmitz e la dura azione repressiva decisa dall'Fbi americana stanno facendo molto discutere in rete. Schmitz è stato fermato dalla polizia nei pressi di Auckland, in Nuova Zelanda, la notte prima del suo 38° compleanno. Le autorità neozelandesi contattate dall'Fbi americana hanno forzato la sua proprietà proprio mentre il sito veniva messo sotto sequestro. Un'ottantina di agenti hanno circondato la casa mentre un elicottero sorvegliava dall'alto per evitare fughe. Megaupload e ai suoi affiliati, secondo le autorità americane hanno prodotto almeno 500 milioni di dollari di danni per violazione del copyright. Dall'abitazione di Kim sono state portate via una Cadillac rosa e una Rolls-Royce Phantom Drophead coupé, mentre sui suoi conti correnti sono stati congelati circa 8 milioni di dollari.

Kim Dotcom, 37 anni, tedesco, è accusato ora di associazione a delinquere, violazione di proprietà intellettuale e di riciclaggio di denaro: rischia 50 di carcere. L'intervento dell'Fbi ha tutta l'aria di essere un «segnale forte» dopo la «serrata del Web» promossa da Wikipedia e Google. Anonymous, l'organizzazione di hacker, ha risposto subito attaccando il sito dell'Fbi, quello del Dipartimento della Giustizia americano, l'Universal Records, la Record Industry Association of America e ha colpito anche in Francia i siti di Hadopi, l'arsenale di norme contro la pirateria informatica, e la stessa presidenza della Repubblica.

In Italia, il presidente di Fimi Enzo Mazza sostiene che gli utenti italiani di Megaupload sfioravano i 2 milioni, e ha definito «criminali» aziende come Megaupload. Ma il file sharing è un po' come l'Araba fenice: Anonymous ha scritto dal proprio account Twitter che Megaupload.bz è pronto a riproporre un backup del sito originale chiuso dalla polizia, appoggiandosi ora a un dominio registrato in Belize.

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