Frode e truffa, operazione su appalti A3
Arrestati i vertici della Cavalleri

La Guardia di finanza di Vibo Valentia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 indagati, che devono rispondere, a vario titolo, dei reati di frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico.

Tra gli arrestati nell’operazione denominata «Chaos» anche tre bergamaschi: Gregorio Cavalleri, imprenditore, residente a Dalmine; C.R., responsabile amministrativa della ditta Cavalleri, di Almè, e V.M., rappresentante legale ditta Cavalleri, di Verdello.

Il provvedimento, emesso su richiesta della locale Procura, riguarda imprenditori e funzionari pubblici e scaturisce da indagini su irregolarità nella gestione di lavori di ammodernamento di un tratto dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria. Sono in corso anche operazioni di sequestro preventivo di beni per un valore di 12.756.281,29 di euro, a carico di imprese e relativi rappresentanti legali coinvolti nelle indagini.

L’operazione rappresenta lo sviluppo dell’indagine che, nel maggio dello scorso anno, ha portato al sequestro preventivo del tratto autostradale interessato e di aree e strade provinciali limitrofe interessate da un serio rischio idraulico e idrogeologico, mai considerato in nessuna fase di progettazione, con conseguente configurabilità del reato di crollo e disastro doloso, nonché al sequestro di somme di denaro per oltre 400 mila euro, corrispondenti all’illecito profitto dei reati di truffa e falso commessi dalle imprese esecutrici dei lavori attraverso la formazione di documentazione che attestava falsamente l’avvenuto smaltimento di rifiuti speciali di lavorazione in realtà mai avvenuto.

Dalle indagini sull’esecuzione dei lavori di ammodernamento affidati in appalto dall’Anas per un importo di circa 61 milioni di euro, coordinate dal sostituto procuratore Benedetta Callea, è emerso, secondo quanto riferisce la Guardia di finanza, un quadro di diffuse irregolarità riguardanti vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai eseguiti o eseguiti solo in parte oppure in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori ed omissioni, da parte degli organi della Stazione appaltante, di verifiche e controlli.

Le indagini hanno fatto emergere anche l’esecuzione di opere potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica. Agli indagati, che sono complessivamente 15, vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti ed abuso d’ufficio.

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