Ciao dolci vecchiette
Le nonne d’assalto

È impossibile, oggi, accontentarsi dello stereotipo delle nonne compassate, pazienti e devote a cui ci avevano abituato certi romanzi del passato: gli scrittori contemporanei preferiscono misurarsi con donne scomode e volitive.

È impossibile, oggi, accontentarsi dello stereotipo delle nonne compassate, pazienti e devote a cui ci avevano abituato certi romanzi del passato: gli scrittori contemporanei preferiscono misurarsi con donne scomode e volitive, che risulta davvero inappropriato definire «vecchiette».

La capofila di questo nutrito filone è sicuramente Herra Bjorsson, protagonista di «La nonna a 1000°» dell’islandese Hallgrimur Helgason (Mondadori). Una donna di ottant’anni suonati, fuori dall’ordinario per molti motivi: nipote del presidente d’Islanda, ha incontrato i Beatles, ha conosciuto Sartre, è passata attraverso la guerra, si è concessa molte avventure sentimentali, ha viaggiato, ha avuto tre figli.

È una donna coraggiosa, che non accetta sconfitte, nemmeno dalla malattia e dalla morte. Helgason tratteggia un personaggio complesso e affascinante, e mette il lettore di fronte alla fatica – umana – di affrontare e accettare la propria fragilità, con una storia allo stesso tempo ironica e commovente, nella quale vibrano tenacia, coraggio e simpatia. Viene in mente anche la nonna-assassina de «Le vacanze del serial killer» (Guanda), romanzo corrosivo e grottesco di Nadine Monfils di qualche tempo fa: una donna anziana anticonformista, una suocera inossidabile e spregiudicata, che prende in giro il tempo con la sua invincibile vitalità. Vietato perdersi, poi, l’irresistibile «Agnes Browne nonna», in cui Brendan O’Carroll racconta una famiglia dagli intensi sapori irlandesi e una nonna che è tutto fuorché «vecchia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA