Milioni di donazioni
ma il sangue non basta

Un milione e seicentomila donatori, trecentomila nuovi all'anno, una situazione di autosufficienza globalmente raggiunta con circa tre milioni di donazioni all'anno nella raccolta di globuli rossi, piastrine e sangue.
Ma ancora tanti problemi da risolvere.

Come regioni che "arrancano" (Lazio, Sardegna e in parte Sicilia) e dipendono da altre più virtuose per compensare la mancanza di sangue e la non completa autosufficienza nella produzione di "plasma- derivati", ad esempio l'albumina e le immunoglobuline.

È questa la fotografia scattata all'Italia dagli esperti della Simti (Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia) a pochi giorni dal 14 giugno, giorno in cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità celebra la giornata mondiale delle donazioni di sangue. Lo slogan scelto per la campagna è "Dai il dono della vita, dona il sangue" e l'obiettivo raggiungere entro il 2020 il 100% di autosufficienza per le scorte di sangue in tutti i Paesi.

Novantadue milioni sono le donazioni di sangue ogni anno nel mondo ricorda l'Oms, secondo la quale i risultati sono complessivamente buoni ma occorre fare di più per sensibilizzare un numero crescente di persone a compiere un gesto semplice quanto coraggioso e altruista.

"Tutti possono donare sangue, purchè abbiano un'età compresa tra i 18 e i 65 anni e siano in buone condizioni di salute- sottolinea a questo proposito il presidente della Simti, Claudio Velati- l'Italia è tra i pochi Paesi ad aver optato per la scelta di mettere davanti al donatore un medico, che possa accertarsi delle condizioni di salute, spiegare le conseguenze delle donazioni e a cosa servono. In altri Paesi si compilano dei questionari o si viene assistiti dal solo personale sanitario".

"Ricordando dolorose vicende degli anni passati, in particolare nel ventennio 1970-1990, in cui molte persone che hanno fatto trasfusioni hanno contratto epatite b, c e Aids - prosegue - vorrei dire che oggi i controlli sono molto rigorosi e in base a uno studio che abbiamo condotto il rischio residuo di contrarre queste malattie è davvero molto basso".

Se quindi sotto il profilo della tutela della salute oggi non ci sono particolari rischi quello su cui forse ci si sofferma ancora troppo poco è l'importanza che riveste il sangue, in particolare in alcune branche della medicina come l'internistica, l'oncologia e l'ematologia.

"Il sangue non ha sostituti, queste discipline senza poter usufruire di sangue praticando ad esempio delle trasfusioni non riuscirebbero ad esistere" conclude Velati, spiegando che la vera sfida, la cosa sulla quale si sta lavorando attualmente nel campo delle donazioni di sangue, è quello del "miglioramento degli aspetti organizzativi della rete trasfusionale".

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