Aids: la Lombardiaè la più colpita d’Italia

In Italia sono 59.106 i casi di Aids notificati dall’inizio dell’epidemia fino al 31 dicembre 2007. La Regione più colpita in assoluto è la Lombardia, ma nell’ultimo anno il tasso di incidenza più elevato è quello del Lazio seguito da Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Liguria. Più a rischio uomini e donne ultraquarantenni e gli stranieri. Ma, nel complesso, rispetto allo scorso anno, nel 2008 si sta verificando una sostanziale stabilità del numero di nuovi casi. Sono questi alcuni dei dati diffusi questa mattina nel corso del convegno che si svolto all’Istituto Superiore di Sanità su «La ricerca italiana sfida l’Hiv».

Nel 2007, secondo quanto emerso nel corso dell’incontro, si è verificata una sostanziale stabilità nel numero di nuovi casi di Aids rispetto all’anno precedente e, anche se per le nuove diagnosi non esiste ancora un sistema di sorveglianza nazionale, i dati provenienti da alcune regioni e province italiane mostrano una sostanziale stabilizzazione che permette di stimare circa 4mila nuove infezioni l’anno nel nostro Paese (circa 11 infezioni ogni giorno).

«Segno – ha detto Gianni Rezza, direttore del reparto Epidemiologia del Dipartimento Malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Istituto Superiore di sanità – che si è arrestata la tendenza al declino dell’incidenza di malattia conclamata che aveva caratterizzato l’era della Haart (terapia antiretrovirale combinata). Ciò dipende dal mancato accesso precoce alla terapia (oltre il 60% dei nuovi casi non ha effettuato terapia prima della diagnosi di AIDS) e consegue a un ritardo nella esecuzione del test, oltre una persona su due scopre di essere sieropositiva al momento della diagnosi di Aids o poco prima».

Un dato preoccupante quello relativo alle analisi fatte in ritardo, perché denota, come hanno sottolineato gli esperti, una bassa percezione del rischio, soprattutto in persone che hanno acquisito l’infezione per via sessuale.

Ad essere più esposti al virus non sono più i tossicodipendenti, che anzi diminuiscono, ma donne di 40 anni e uomini di 43 anni; come anche gli stranieri con oltre il 20% dei casi segnalati nell’ultimo anno. Diminuisce il numero di Aids pediatrico: nel 2007 si è registrato un solo caso.

Secondo l’ISS, se l’incidenza di nuovi casi di AIDS è stabile, aumenta il numero totale delle persone viventi malate, che attualmente sono quasi 24.000, un aumento dovuto all’introduzione della terapia combinata con farmaci antiretrovirali.
Ma la sostanziale stabilizzazione dell’incidenza dell’AIDS e delle nuove infezioni da HIV, non deve fare abbassare la guardia, avvertono gli esperti, perché se a questi dati si unisce l’aumento della sopravvivenza, si ha una tendenza all’aumento del serbatoio di infezione. Tutto questo, unito alla bassa percezione del rischio della popolazione sessualmente attiva, rende necessario mettere a punto adeguati interventi di prevenzione.

(11/06/2008)

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