Con un’alimentazione adeguata
la «terza età» non è un problema

Un’alimentazione adeguata è il primo e indispensabile presupposto per un invecchiamento attivo e in buona salute. Il corretto apporto di tutti i nutrienti necessari oggi può essere favorito anche dalla supplementazione della dieta con i numerosi prodotti nutraceutici disponibili sul mercato.

Ma quali sono i principi nutritivi davvero efficaci nel migliorare la salute nella terza età? Italia Longeva ha riunito oggi a Roma un panel di esperti di fama internazionale, per fare chiarezza sui temi dell’alimentazione e della nutraceutica nell’anziano.

«Argomenti che costituiranno il focus dell’imminente Expo 2015 - ha dichiarato Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva - e che per questo vale la pena di inquadrare nella giusta dimensione. All’Expo, Italia Longeva sarà presente con la Regione Marche nel Padiglione Italia, ma attraverso un panel di relatori internazionali di elevatissimo profilo scientifico, abbiamo voluto sin da oggi sottolineare che il confine tra corretta alimentazione e nutraceutica, chiarissimo dal punto di vista scientifico, non è poi così netto sul piano dell’intervento preventivo e terapeutico. E ciò non perché l’efficacia della nutraceutica sia dubbia o discutibile, ma al contrario perché è comprovata e notevolissima la funzione salutare, direi curativa, di diversi nutrienti che possiamo assumere con l’alimentazione. Ad esempio, il Progetto Sprint-t (Sarcopenia and Physical fRailty IN older people: multi-componenT Treatment strategies), che coinvolge 1.500 ultrasettantenni di tutta Europa ed è supportato da un finanziamento europeo di circa 50 milioni di euro, è incentrato proprio su questa tesi: che l’anziano perda massa muscolare in quanto non assume la quantità di proteine di cui avrebbe bisogno (1,2 grammi per chilo di peso corporeo ogni giorno), e perciò finisce per divenire prima fragile e poi non autosufficiente e disabile. L’alimentazione corretta, dunque, è in sè ’nutraceuticà, perché cura e previene proprio come un farmaco. E la nutraceutica in senso stretto, a sua volta, se ben impiegata rappresenta un ausilio insostituibile, anche perché non sempre il metabolismo della persona trattata consente l’assunzione delle tipologie e delle quantità di nutrienti necessarie».

Sono numerosi i nutrienti che un over-65 può utilmente includere nella propria dieta per ottenere notevoli benefici in termini di qualità di vita, come le fibre, le proteine, anche di origine vegetale, i fitosteroli e i polifenoli, gli aminoacidi, gli acidi grassi essenziali, gli antiossidanti, gli Omega3, i sali minerali e le vitamine; e ancora il coenzima Q10, gli steroli, il selenio, l’acido folico e il ferro.

«La nutraceutica è un campo molto vasto, nel quale è ancora necessario distinguere con attenzione tra benefici documentati e marketing - ha sottolineato Francesco Landi, docente di Medicina interna e geriatria all’Università Cattolica di Roma -.L’indicazione generale è di rivolgersi sempre al medico curante. Ad ogni modo, le evidenze più significative riguardano l’efficacia dei nutraceutici nel campo della sarcopenia, della salute del cervello e dell’apparato gastrointestinale, problemi strettamente legati all’invecchiamento. Per esempio, prodotti come yogurt e latte addizionati di vitamina D, insieme a supplementi proteici, possono rallentare la perdita progressiva di massa muscolare che s’innesca dopo i 50 anni, cioè la sarcopenia. In particolare, gli integratori a base di leucina, un aminoacido essenziale, tutelano la salute del muscolo, migliorando la sintesi proteica e prevenendo le condizioni infiammatorie responsabili del suo catabolismo».

Un sufficiente apporto proteico, infatti, è indispensabile per prevenire la sarcopenia, a sua volta causa della condizione più diffusa e più temuta della vecchiaia, cioè la fragilità, che può sfociare nella non autosufficienza e nella disabilità. «La sarcopenia è la perdita progressiva e generalizzata di massa muscolare e comporta il rischio di esiti patologici, come un peggioramento della qualità di vita, la disabilità fisica e quindi la morte - ha dichiarato Alfonso Cruz-Jentoft, Chair of Geriatrics, Hospital Universitario Ramón y Cajal di Madrid -. Corretta alimentazione e maggiore attività fisica sono fondamentali per prevenire e trattare la sarcopenia. Direi, anzi, che un apporto maggiore di proteine, nella dieta di un soggetto over-65, è fondamentale per la prevenzione della disabilità».

Oltre a una corretta alimentazione e a una dieta completa di tutte le sostanze nutritive, anche l’attività fisica, nell’anziano, deve essere considerata un intervento preventivo e terapeutico a tutti gli effetti, tanto da divenire oggetto di veri e propri trial clinici. «Lo studio randomizzato LIFE, (Lifestyle Interventions and Independence for Elders) - ha sottolineato Marco Pahor, Department of Aging and Geriatric Research Director, Institute on Aging College of Medicine della University of Florida - condotto in otto centri e guidato dall’Università della Florida, ha dimostrato, in oltre 1.600 persone di età compresa fra 70 e 89 anni, che un intervento di attività fisica moderata di lunga durata, paragonato a un semplice intervento di educazione sui temi della salute, riduce del 18% l’incidenza di disabilità maggiore riguardante la mobilità, definita come incapacità di camminare per 400 metri».

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