«Vermetti» per i bimbi
Lavare bene le mani

L’ossiuriasi è molto più frequente nei bambini in età pre-scolare e scolare. Ecco cosa fare: lavarsi bene le mani è fondamentale per combattere gli ossiuri.

Cosa sono i vermetti dei bambini? Chiamati anche ossiuri - spiegano gli esperti di Ats di Bergamo - , questi parassiti vermiformi, bianchi e sottili, provocano la «ossiuriasi», di cui si sente parlare ogni tanto nelle comunità scolastiche. Sono dei parassiti in quanto vivono all’interno di un organismo ospite, a spese di quest’ultimo. Di solito l’organo in cui sono ospitati è l’intestino.

Quanto sono diffusi gli ossiuri?

«Sono davvero molto diffusi nell’ambiente. L’ossiuriasi può interessare chiunque, a prescindere dall’età e dallo status socio-economico. È, però, più frequente nei bambini in età pre-scolare e scolare».

Come ci si infetta?

«È abbastanza facile infettarsi, soprattutto quando non sono osservate le regole più comuni relative all’igiene individuale. La fonte di contagio è rappresentata dalle persone affette da ossiuriasi e il contagio avviene per trasmissione oro-fecale. Il parassita si localizza solitamente nel tratto tra colon e ano. La femmina produce circa 10.000 uova e nelle ore notturne migra verso l’orifizio anale, deposita le uova e muore. Le larve che nascono dalla schiusa possono risalire fino al colon oppure, a causa del forte prurito, che provocano, il bambino può grattarsi, contaminare le mani e portarle involontariamente alla bocca reinfettandosi. Le uova microscopiche si depositano anche sulla biancheria intima, vestiti, asciugamani, coperte, lenzuola, e tappeti. Attraverso le mani contaminate, le uova di ossiuri possono depositarsi sui vari oggetti toccati, come ad esempio i giocattoli. Infine, può anche succedere che le uova microscopiche siano disperse nell’aria, mentre ad esempio si scuote un tappeto o un lenzuolo. In questo modo possono essere respirate e successivamente ingoiate. Ecco perché non ci si deve stupire riguardo alla frequenza piuttosto alta di questa malattia».

Quando dovremmo sospettare la presenza di ossiuriasi?

«Se il bambino si gratta frequentemente la regione anale o vulvare vi è un’altissima probabilità che ci si trovi davanti ad una possibile infezione parassitaria. Il prurito locale è il principale sintomo di ossiuriasi ed è causato da una sostanza prodotta dalla femmina del parassita mentre deposita le uova fuori dall’ano. A volte per l’intenso prurito si determinano delle lesioni cutanee con possibili sovra-infezioni batteriche. Alcuni bambini possono lamentare anche mal di pancia, diarrea oppure manifestare sintomi come irritabilità e/o insonnia. Le mamme possono accorgersi anche di una progressiva perdita d’appetito».

Come si ha la certezza che si tratti di ossiuriasi?

«Va detto che esaminando, preferibilmente al mattino, le pliche anali del proprio bambino, oppure le feci, alcune volte è possibile vedere il parassita- piccoli e mobili filamenti biancastri-, ad occhio nudo. La presenza delle uova nelle feci è dimostrabile tramite l’esame copro parassitologico. Su indicazione sempre del pediatra si può ricorrere ad un test molto semplice, lo scotch test. Trattasi di un nastro adesivo trasparente da applicarsi sull’apertura anale. Le uova, ed a volte anche gli stessi parassiti, vi aderiscono e dopo applicazione del nastro sul vetrino si possono osservare al microscopio. Questa ricerca va eseguita al mattino, appena il bambino è sveglio e prima di lavargli il sedere. Lo scotch va staccato dopo circa 5 minuti e incollato su un vetrino. Va verificato che vi sia una buona aderenza al vetrino. L’operazione va ripetuta per tre mattine; i vetrini, conservati a temperatura ambiente, vanno poi consegnati al laboratorio di analisi mediche».

Quanto dura l’incubazione?

«Una volta ingerite le uova, sono necessarie circa 2-6 settimane per la conclusione del ciclo biologico che porta alla maturazione delle femmine capaci di deporre nuovamente le uova, nella regione perianale. Le uova risultano molto resistenti all’ambiente esterno e possono restare vitali ( e quindi infettive) fino a tre settimane. Sopravvivono a lungo a basse temperature, ma non tollerano quelle alte»

Quando è contagioso un caso?

«Il periodo di contagiosità corrisponde al periodo di deposizione delle uova in regione perianale».

Quale trattamento eseguire?

«Il trattamento antiparassitario prevede la somministrazione di farmaci per via orale in dose unica e da ripetersi dopo due settimane (deve agire sia sul parassita che sulle uova). Per aumentare l’efficacia del trattamento è bene che il pediatra, che lo prescrive al bambino, lo consigli anche a tutti i conviventi e deve essere assunto negli stessi giorni in cui lo prende il bambino infetto».

Qual è il ruolo di Ats?

«Oltre al trattamento devono essere messe in atto anche alcune semplici regole di igiene, per avere un risultato efficace. Quando si verifica un caso di ossiuriasi, gli operatori sanitari del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats collaborano con il Pediatra, la famiglia e la scuola al fine di favorire la guarigione e impedire la diffusione della malattia nella collettività scolastica frequentata, oltre che cercare di evitare una forma di recidiva nello stesso bambino. Per il bambino affetto da ossiuriasi non è previsto, perché non ritenuto necessario, l’allontanamento dalla frequenza scolastica o da altre collettività».

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