Tre giorni di festa
a Genova per i jeans

La storia racconta che il blue jeans sia nato a Genova, dalla robusta tela blu marinara genovese chiamata «denim». Per questo la cittadina ligure ha in programma di festeggiarlo dal 4 al 6 giugno, con una tre giorni dedicati interamente ai pantaloni più famosi del mondo dal titolo «Blue de Genes». Non sarà una fiera, ma un happening con eventi, spettacoli, incontri e mostre che avranno come centro nevralgico i Magazzini del Cotone al Porto Antico. L'intera manifestazione avrà la supervisione all'agenzia di comunicazione Independent Ideas, Factory creativa di Lapo Elkann.

La leggenda vuole che fossero i marinai genovesi i primi ad indossarli, ma la loro storia s'intreccia con il Far West e San Francisco, dove un signore, Levi Strauss, pensò di fornire tela di canapa per costruire tende per i cercatori d'oro, ma vide presto che i cercatori d'oro avevano più bisogno di pantaloni adeguati che di tende: aprì così nel 1860 uno spaccio di jeans dove vendeva tute color marrone senza passanti né tasche dietro, che presero in un primo momento il nome di «overalls», ossia «qualcosa da indossare sopra tutto il resto». Più tardi, visto il successo ottenuto, Levi sostituì quella tela con del denim blu indaco che il fratello gli spediva da New York.
Nel 1860 il sarto Jacob Davi's rinforza i pantaloni con dei rivetti di rame. L'idea piace alla Levi's che lo assume nella fabbrica aperta a San Francisco in Battery Street, quattro piani che stupirono l'intera città con la loro illuminazione a gas e una novità assoluta: l'ascensore.

Nel 1873 la Levi's lanciò il suo marchio, con le cuciture ad arco sulle tasche posteriori che rappresentano le ali dell'aquila, simbolo dell'America. Un altro «sogno americano» che raggiungerà l'Italia e tutto il mondo. In realtà pare che già in epoca medioevale Genova fosse ricca di un tessuto di solo cotone, tinto di blu, che veniva usato per i sacchi delle merci e per le vele: dal «Blue de Genes» derivò così il nome «Blue jeans».

Il jeans, poi, da quando è nato e si è imposto, è diventato moda, finendo negli ultimi decenni per essere sempre più sfruttato dalle maison, che lo hanno trasformato da strumento da lavoro a oggetto mondano.

Il boom dei jeans si ebbe poi con la Grande depressione, quando le masse dei disperati alla ricerca di un lavoro non poterono far altro che indossare i resistenti overalls. Il successo fu infine confermato con l'ingresso del jeans nel mondo del cinema e della musica, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale quando approdarono in Europa. Nacquero allora anche i cloni europei: Rifle in Italia, Buffalo in Francia e mille altri marchi. L'avvento di massa dei jeans in Italia è degli anni '70, con i «figli dei fiori» e i modelli «a zampa d'elefante».

Perché il jeans non ha età, né classe sociale, appartiene a tutti e può essere portato su tutto. Camaleontico, è ormai un fenomeno anche nel campo del business per quanto si è rivelato redditizio. Oggi è infatti sempre più il supporto di un messaggio stilistico, reinventato, riprogettato non tanto per vestire quanto per stupire, con i suoi tagli, strappi, disegni e applicazioni. Yves Saint Laurent, il grande couturier francese, prima di lasciare le scene della moda confessò di avere un solo rimpianto: quello di non averlo inventato.

Per info sulla manifestazione www.bluedegenes.com

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