Covid, in Lombardia incidenza 10 volte più alta tra i giovani - I grafici

La diffusione nella fascia 14-24 anni è nettamente superiore a quella degli ultrasessantenni. Dal 12 al 18 luglio sono 80 i nuovi casi ogni 100 mila abitanti: il 27 giugno erano a quota 12 (14-18 anni) e a 17 (19-24).

C’è un momento preciso in cui l’escalation è iniziata. Dalla settimana a cavallo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, c’è una curva che s’impenna sempre più: è l’incidenza del virus tra i più giovani, la circolazione del Sars-CoV-2 tra i 14 e i 24 anni. All’imbocco della coda di luglio, secondo gli ultimi dati disponibili per la Lombardia, la diffusione dell’infezione tra questa fascia di giovani è quasi dieci volte superiore a quella degli ultrasessantenni, più vaccinati e meno «sociali».

La fotografia l’ha tracciata in un recente report l’Associazione italiana di epidemiologia (Aie), rielaborando dati messi a disposizione dagli assessorati di diverse regioni, Lombardia compresa. Al termine della settimana 12-18 luglio, infatti, l’incidenza del contagio tra i 14-18enni della Lombardia è sostanzialmente arrivata a 80 nuovi casi ogni 100 mila residenti di quella fascia d’età, mentre per i 19-24enni l’incidenza è lievemente inferiore. Di contro, appunto, l’incidenza tra gli over 60 si mantiene al di sotto dei 10 nuovi casi ogni 100 mila residenti di quell’età, a seconda della decade (i 70-79enni, per esempio, sono attorno a quota 5). «In Lombardia, nella settimana di riferimento, che va dal 12 al 18 luglio, si registra una risalita del tasso di incidenza più evidente per le fasce d’età che vanno dai 14 ai 24 anni e meno marcato per i maschi 25-44 anni, riducendosi all’aumentare dell’età», scrive l’Associazione italiana di epidemiologia nell’ultimo report. Più in generale, «a partire da metà aprile, all’aumentare della proporzione di popolazione over 60 vaccinata con entrambe le dosi, diminuisce l’incidenza della patologia. Andamento simile si osserva anche nel resto della popolazione».

È la progressione dell’incidenza nelle diverse età a risultare impressionante. Ancora tra 21 e 27 giugno, l’incidenza tra i 14-18enni si attestava a quota 12, assolutamente sotto controllo; nella settimana tra il 28 giugno e il 4 luglio è rimbalzata lievemente attorno a quota 14, tra il 5 e l’11 luglio è cresciuta a 34, infine tra il 12 e il 18 luglio ha raggiunto quota 80. In meno di un mese, in sintesi, l’incidenza in questa classe d’età si è moltiplicata quasi per sette. Analogo l’andamento tra i 19-24enni: l’incidenza era a 17 tra il 21 e il 27 giugno, è solo aumentata a quota 20 tra il 28 giugno e il 4 luglio, prima di «moltiplicarsi» sino al valore 44 del 5-11 luglio e appunto sino a sfiorare l’80 tra il 12 e il 18 luglio. Sempre sostanzialmente stabile, invece, la situazione tra gli ultrasessantenni. Proprio la settimana tra il 12 e il 18 luglio è stata quella con l’accelerazione globale più marcata del virus in questa fase: per quel periodo in Lombardia, rilevavano gli epidemiologi, «l’unica provincia che presenta Rt dei sintomatici (quello calcolato sin da inizio pandemia dall’Istituto superiore di sanità, ndr) minore di 1 risulta essere quella di Sondrio (0,98), mentre tutte le altre risultano superiori a 1, con un massimo di 2,13 per la provincia di Como. È possibile riscontrare 8 comuni con un’incidenza degli ultimi sette giorni superiore a 250», i valori che indicavano la «vecchia» zona rossa.

Un indicatore rassicurante lo si ricava però da un’altra proiezione dell’Aie, basata invece su dati aggiornati a ieri sera e incentrata sull’Rdt, l’indice di riproduzione del virus su base diagnostica, cioè sul numero «semplice» di tamponi positivi (quindi considerando sintomatici e asintomatici). E da questo versante, appunto, l’Rdt della Lombardia è ora sceso a 1,22, dopo aver toccato un picco di 2,1 il 14 luglio: in concreto, la nuova ondata del virus è ancora in espansione (la «ritirata» inizia solo quando il valore cala al di sotto dell’1), ma a una velocità quasi dimezzata rispetto a quel che accadeva a metà luglio. Secondo quest’ultima stima l’incidenza complessiva del virus in Lombardia, ora calcolata a 41,6 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti, salirebbe a 50,9 la prossima domenica: un valore decisamente più basso di quello nazionale, stimato in rialzo a 80,6 entro l’8 agosto.

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