«I quartieri al centro»: a San Colombano il record di famiglie da 3 persone - Video/Foto

I dati I nuclei con un solo figlio rappresentano il 17,3% contro la media cittadina del 14,2. Nel 1987 avere due bimbi era la normalità per il 23,9%

La famiglia si restringe e l’inversione sembra irreversibile. L’erosione della natalità è incisa nei numeri, con statistiche spesso plastiche: a San Colombano, spicchio di Valtesse, è come se in tre decenni si sia «perso» un figlio. È la fotografia della demografia: alla fine del 1987 era il quartiere cittadino dove erano maggiormente rappresentate le famiglie composte da quattro persone, che valevano il 23,9% di tutti i nuclei familiari (la media cittadina era del 17,7%); alla fine del 2020 invece San Colombano è diventata la zona di Bergamo in cui è più alta la frequenza di famiglie composte da tre persone (il 17,3%, contro la media cittadina del 14,2%).

Mamma, papà e due figli: questo era il quadro di San Colombano dipinto dalle anagrafi, poco più di trent’ anni fa. Oggi, mediamente, la famiglia-tipo del quartiere è formata dai genitori e un solo figlio. E le nascite restano sotto la media cittadina: nel 2020 i bebè sono stati 24, pari a 5,4 ogni 1.000 residenti (la media cittadina è stata di 6,3 nati ogni 1.000 residenti), nel 2003 erano 6,9 ogni 1.000 residenti (comunque ancora sotto la media cittadina, 8,9 ogni 1.000 residenti).

Anche San Colombano, quella precisa porzione di Valtesse ritagliata secondo i confini ufficiali tracciati da Palazzo Frizzoni, non sfugge alla metamorfosi della famiglia. Così come dall’altra tendenza, quella dell’invecchiamento: sempre dal 1987 a oggi, è questo il quartiere dove si è maggiormente eroso il peso degli under 40. Nel 1987 infatti gli under 40 rappresentavano il 58,3% dei residenti di San Colombano, decisamente sopra la media dei quartieri cittadini (che era del 49,5%); oggi sono però scesi al 36,5%, sotto la media cittadina (38,8%): si sono persi per strada 21,8 punti percentuali, nessun altro rione ha fatto peggio. Indizi di futuro? La porta nord della città, dove il cemento lascia progressivamente spazio al verde urbano, ha perso il «green» anagrafico. I numeri tracciano il profilo di un quartiere che quantitativamente è cambiato solo leggermente (e apparentemente): i residenti erano 4.183 nel 1987 e sono saliti a 4.436 nel 2020, segnando un 6% in più.

Se si guarda ai «vicini», Valverde sembra in realtà ben più attrattivo: sempre nello stesso arco temporale, tra i quartieri confinanti Sant’ Antonio ha perso l’1,7% di abitanti, Monterosso è cresciuto solo del 2%, Conca Fiorita ha addirittura registrato un calo del 15% di residenti. Una certa effervescenza comunque la si nota in filigrana, e sarà interessante capire quale sarà l’evoluzione a breve termine. La differenza tra arrivi (persone che si sono trasferite qui da altri quartieri o da fuori città) e partenze (chi ha lasciato il quartiere) nel 2020 rilancia un saldo positivo di 64 abitanti; meno di dieci anni fa, il saldo era quasi pari (nel 2012, ad esempio, 134 arrivi e 113 partenze). Lo sguardo sul mercato immobiliare (anche se secondo gli studi dell’Agenzia delle Entrate parte di San Colombano è rendicontata insieme a Sant’ Antonio) aggiunge che nel 2020 è stata questa la parte della città dove le compravendite sono cresciute maggiormente (57% in più), pur con quotazioni rimaste abbastanza stabili (si è comprato a 1.583 euro al metro quadrato, 1,6% in più). I redditi sono in linea con la città: a San Colombano, le dichiarazioni presentate nel 2020 valevano tendenzialmente 27.501 euro pro capite, contro la media cittadina di 27.677 euro.

La carta d’identità Ma chi sono, oggi, gli abitanti del quartiere? Se sul tramonto degli anni Ottanta San Colombano era una nicchia più giovane, ora la carta d’identità è in realtà sovrapponibile alla media del capoluogo: il 14,5% dei residenti ha meno di 18 anni, il 22% ha tra i 18 e i 39 anni, i 40-59enni rappresentano il 29,1%, i 60-79enni il 25,5% mentre gli over 80 sono l’8,9%. Si è assottigliata soprattutto una fascia, proprio quella più legata alla costruzione della famiglia; nel 1987, infatti, San Colombano svettava per presenza di 18-39enni: erano il 36,5% dei residenti, la quota più alta tra i quartieri di Bergamo (la media era del 32%), e oggi sono calati al 22%. In valori assoluti, sono passati dai 1.528 del 1987 ai 974 del 2020. Si è ingrigito il quartiere, insomma: i 60-79enni nel 1987 erano 568, oggi sono 1.131; gli ultraottantenni sono passati dai 71 del 1987 agli attuali 397. Gli stranieri Ciò che è meno variato in tre decenni, qui a San Colombano, è la presenza degli stranieri: questo è uno degli spicchi della città dove si contano meno cittadini non italiani. Ieri come oggi.

Nel 1987, infatti, gli stranieri erano appena 5, cioè lo 0,1% dei 4.183 abitanti del rione (la percentuale più bassa, così come Grumello); oggi sono 299 ed equivalgono al 6,7% dei residenti, la seconda percentuale più bassa dopo i Colli (al 5,7%), contro una media cittadina del 16,6%. Sostanzialmente, la loro presenza è pressoché immutata da un decennio: dopo una salita decisa tra 2005 e 2011 (da 105 a 294 stranieri), da quel momento le oscillazioni sono state pressoché nulle. E anche la natalità degli stranieri sta assumendo tendenze italiane: nel quartiere, lo scorso anno è nato solo un bebè da genitori non italiani.

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