Vaccini, Bergamo da record: immunità raggiunta, ma non abbassiamo la guardia

Adesione attorno al 90%: prima dose per nove su dieci over 12. Gori: «Sono strumento di libertà, non ha dubbi chi ha visto in faccia il Covid». Moratti: la sfida è sulle terze dosi, importante che over 80, sanitari e fragili si proteggano.

L’immunità di gregge, o quasi. In teoria, se si pensa all’obiettivo iniziale della campagna, la provincia di Bergamo l’ha praticamente raggiunta: si puntava a immunizzare l’80% della popolazione totale, cioè «spalmando» la copertura vaccinale anche tra chi non può essere vaccinato (i minori di 12 anni), e il risultato è sostanzialmente centrato. Certo con la variante Delta l’asticella s’è alzata, ma intanto lunedì sera, secondo il «contatore» della Regione, i bergamaschi raggiunti almeno dalla prima dose del vaccino sono saliti a 872.335: equivalgono al 79,33% dei residenti, che sono – secondo l’Istat – 1.099.621; le seconde dosi fin qui inoculate sono state invece 796.569, dunque il 72,44% dei residenti (includendo al denominatore anche i non vaccinabili) ha completato il ciclo vaccinale. Guardando invece alla popolazione in età vaccinabile, l’adesione è praticamente attorno al 90%. Un risultato importante, che contribuisce alla ripartenza del territorio più toccato dalla prima ondata: «Da epicentro della pandemia a cuore delle vaccinazioni – ha sottolineato ieri Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, commentando la performance della campagna vaccinale –. Chi ha visto in faccia il Covid ha pochi dubbi sul fatto che il vaccino sia strumento di protezione e libertà».

Un mosaico di numeri racconta l’avanzata del vaccino in Bergamasca. Se si recupera il target iniziale della campagna, quando ancora era calcolata sugli over 16 (si parlava di 946.801 bergamaschi), la copertura delle prime dosi è pari al 92,13%, percentuale che ieri ha citato Gori nel suo tweet e che è quella pubblicata dal «contatore» della Regione, mentre le seconde dosi sono all’84,13%. Se invece si guarda al dato più aggiornato della popolazione target, cioè se si considerano gli over 12 (che secondo i dati della Regione sono 990.120), la copertura delle prime dosi in Bergamasca è all’88,10% e quella delle seconde dosi all’80,45%.

La sostanza, oltre i numeri, è che il sentiero dell’immunizzazione è stato percorso a grandi falcate, e ora – a Bergamo come in Lombardia – manca l’ultimo miglio. Lo ha ricordato anche ieri Letizia Moratti, vicepresidente e assessore regionale al Welfare: «La battaglia contro il Covid sta dando ottimi frutti, ma non possiamo ancora abbassare la guardia».

L’adesione dei lombardi oltre i 12 anni è salita al 91%, e resta appunto da convincere un ultimo 9%. «Le analisi dei dati epidemiologici diffuse nei giorni scorsi dall’Istituto superiore di Sanità – rimarca Moratti – testimoniano l’importanza e la validità del vaccino. Con un’efficacia preventiva dell’89% nei confronti del pericolo di contagio, del 96% rispetto a ospedalizzazioni e ai ricoveri in Terapia intensiva, e del 99% rispetto ai decessi». Tra prime e seconde dosi, in Lombardia si è arrivati a circa 15,5 milioni di somministrazioni in nove mesi, «un risultato straordinario – aggiunge la vicepresidente – che dovrebbe convincere gli ultimi dubbiosi a un gesto di tutela e di rispetto della salute propria e della comunità». La sfida, ora, è dare un’accelerazione anche alle terze dosi, i rinforzi immunitari dedicati ai più fragili – gli immunocompromessi, gli over 80, gli ospiti delle Rsa – o a chi è più esposto al potenziale contagio, come gli operatori sanitari: «È molto importante che queste categorie si proteggano con la terza dose – ribadisce Moratti –. Sempre dall’analisi dei dati, infatti, è emerso che nel tempo si ha un calo della protezione vaccinale. Per questo raccomando di mantenere prudenza nei comportamenti con il costante uso di mascherine, il distanziamento e la disinfezione frequente delle mani. Soprattutto sollecito tutti in questo momento ad aderire alla campagna anti-Covid. In questa fase ricordo che agli over 80 garantiamo l’offerta contestuale del vaccino antinfluenzale. Un’offerta che sarà ampliata alle altre categorie, in coerenza con l’andamento della campagna antinfluenzale, che in molti casi è offerta dai medici di medicina generale».

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