C’è pure l’osteopatia per contrastare alcuni tipi di vertigine

La vertigine, intesa nel senso comune del termine, è un’alterata percezione del proprio rapporto con l’ambiente circostante.

L’intensità e le caratteristiche della vertigine sono molto variabili, da una lieve instabilità fino alla sensazione che intorno a noi tutto si ribalti, spesso con una serie di altri sintomi (nausea, vomito, sudorazione) che peggiorano ulteriormente la già brutta esperienza. In questi casi il fenomeno è invalidante, al punto di compromettere le normali attività quotidiane di chi ne soffre. Per alcuni tipi di vertigini, un aiuto può venire dall’osteopatia. Vediamo quali con l’aiuto del dottor Riccardo Scotti, osteopata di Smart Clinic all’interno de «Le Due Torri» e di Oriocenter, e del dottor Andrea Scotti, specialista dell’Unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico San Pietro.

Da dove nasce la vertigine

«Le possibili cause della vertigine sono innumerevoli» osserva il dottor Andrea Scotti. «Senza scendere in particolari che sarebbero troppo specialistici e quindi poco comprensibili, possiamo dividere le vertigini in due gruppi: quelle legate a una sofferenza del labirinto (l’organo dell’equilibrio situato nell’orecchio) e quelle in cui la patologia è esterna al labirinto, ma interferisce con il suo corretto funzionamento. Le vertigini del secondo gruppo rappresentano una percentuale significativa del totale e in questi casi, specie quando sono coinvolte disfunzioni muscolo-scheletriche, ha un ruolo rilevante il trattamento osteopatico» continua lo specialista.

Quando il trattamento osteopatico può essere utile

«Il trattamento osteopatico è indicato per diverse categorie di vertigine» spiega il dottor Riccardo Scotti. «Tra queste ci sono la pseudo-vertigine o instabilità, la vertigine cervicogenica (ovvero di origine cervicale) e la vertigine labirintica in fase di risoluzione, cioè quella situazione in cui il paziente, “temendo” che la vertigine - esperienza spesso drammatica - possa tornare, evita i movimenti del collo con conseguente irrigidimento della muscolatura cervicale. In questi casi, in primo luogo si effettua una minuziosa valutazione delle strutture muscolari, articolari e fasciali delle aree cervicale, cranica e masticatoria. Al termine di questa fase vengono scelte e utilizzate tecniche manuali tra cui mobilizzazioni vertebrali, inibizione muscolare e di “trigger point”, grazie alle quali è possibile decontrarre la muscolatura, ristabilire un corretto posizionamento articolare sia statico sia dinamico e incrementare la mobilità ed elasticità del collo. Inoltre, grazie a tali manipolazioni, è possibile migliorare la funzione propriocettiva e meccano-recettoriale del collo ed incrementare il flusso sanguigno in corrispondenza di questo tratto. Il ripristino della corretta funzionalità della colonna cervicale consente dunque di ridurre sensibilmente gli episodi di instabilità e vertigine fino a una completa risoluzione di tali sintomi spiacevoli (laddove ovviamente la causa sia di origine cervicale). Compito del terapista osteopata è inoltre rieducare il paziente a una corretta mobilità del collo tramite esercizi specifici da poter svolgere in autonomia» conclude il dottor Scotti.

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