«Discromie» della pelle: per schiarirle
non solo creme

MEDICINA ESTETICA. Se sono profonde può essere necessario un «peeling chimico» che esfolia delicatamente.

Il sole delle vacanze vi ha lasciato come ricordo delle fastidiose macchie scure? Oggi esistono diversi rimedi, dal peeling al laser, che in mani esperte, possono aiutare ad eliminarle e restituire così alla pelle un colorito omogeneo. Come ci spiega la dottoressa Jlenia Lonigro, chirurgo plastico e medico estetico di Smart Clinic, struttura sanitaria del Gruppo San Donato all’interno del Centro Commerciale «Le Due Torri» di Stezzano, dove è possibile sottoporsi a trattamenti medico-estetici, dal peeling al laser medico, per risolvere il problema.

Dottoressa Lonigro, innanzitutto cosa si intende per macchie?

«Per macchie, o per meglio dire discromie, si intendono delle aree cutanee in cui si concentra una maggiore quantità di melanina, cioè il pigmento che la pelle produce per proteggersi dall’azione dannosa dei raggi solari. Queste macchie possono essere di due tipi: il melasma o cloasma che si manifesta come un alone bruno e diffuso in genere sulla fronte, ai lati del naso, sulle guance, sopra il labbro superiore, sul mento e sul décolleté e può riguardare anche ragazze giovani o incinte; le cosiddette lentigo solari, macchie tondeggianti che di solito compaiono nelle zone che sono state maggiormente esposte al sole e a scottature, come dorso delle mani, decollete, schiena, in genere più frequenti dopo i cinquant’anni».

Perché si formano?

«I principali responsabili sono un’esposizione al sole eccessiva e senza protezione, ripetuta negli anni, che favorisce un precoce invecchiamento della pelle, e il fisiologico invecchiamento cutaneo legato all’età. In entrambi i casi si verifica un rallentamento del turnover cellulare, ovvero il processo di ricambio e rinnovamento delle cellule che permette alla pelle di rigenerarsi continuamente, eliminando in modo ottimale anche l’eccesso di melanina. Oltre a una predisposizione genetica, fattori scatenanti possono essere anche l’assunzione di farmaci sensibilizzanti come antibiotici o antinfiammatori, psicofarmaci, pillola contraccettiva, problemi infiammatori o endocrini, l’uso di profumi o ceretta prima dell’esposizione al sole oppure alterazioni ormonali come quelle che si verificano in gravidanza o menopausa».

Ma cosa fare per attenuarle? Esistono trattamenti davvero efficaci?

«A seconda della profondità nella pelle, del tipo di macchia e di pelle è possibile avvalersi di trattamenti e soluzioni diverse per schiarirle in modo evidente fino in alcuni casi a cancellarle. Se le macchie sono superficiali possono essere utili creme con sostanze schiarenti. Alcune, come quelle con vitamina C o l’acido cogico, aiutano a inibire la produzione di melanina, altre, come quelle a base di rucinolo, stimolano i melanofagi, cioè le cellule che “mangiano” la melanina, favorendo una più veloce eliminazione della melanina che si accumula negli strati superficiali della pelle. Per avere risultati è fondamentale avere costanza e applicarle tutti i giorni (meglio se di sera) per mesi. Se invece sono più profonde, può essere necessario un peeling chimico (il medico valuterà quale acido sia meglio per il caso specifico tra acido azelaico, cojico, glicolico), che esfolia in modo non aggressivo lo strato superiore della pelle, velocizzando così il ricambio delle cellule e l’eliminazione degli strati “macchiati”. In alternativa, se tutto questo non dovesse dare i risultati sperati, se si vogliono ottenere risultati in tempi più rapidi, se le dimensioni sono notevoli o in zone importanti dal punto di vista estetico come il volto, si può optare per il laser. Ne esistono tanti tipi, con azioni differenti. Ciò che li accomuna è il meccanismo: con specifiche lunghezze d’onda, calibrate sulla tipologia di macchia e pelle, viene “rotto” il pigmento melanico, mentre la cute chiara circostante non viene toccata. Sulla parte trattata compare una leggera crosticina, che passa nel giro di qualche giorno, svelando una macchia molto più chiara già dalla prima seduta. Il numero di sedute necessarie dipende da diversi fattori e viene stabilito dallo specialista».

© RIPRODUZIONE RISERVATA