Cattedrale vegetale senza i «ponteggi»
Ma la crescita è salva. Ora un museo

A due anni dal vento che distrusse le colonne di sostegno, l’opera di land art è stata riparata. Nata nel 2010, un «museo» ora racconterà la sua storia.

Due anni fa - era fine ottobre 2018 - il vento soffiato a 200 all’ora distrusse buona parte delle impalcature-guida. Sembrava la parola fine per la Cattedrale vegetale, l’opera di land art iniziata nel 2010 a Oltre il Colle. Delle 42 colonne di legno che dovevano indirizzare la crescita dei faggi, ne sono rimaste cinque. Le gabbie di una volta non ci sono più, abbattute da quel nubifragio del 2018 oppure abbattute perché ormai marce. Ma quello era di fatto il loro destino. Lasciare poi agli alberi la loro crescita.

Così è stato. La Cattedrale vegetale, visitata ogni anno da migliaia di persone, continua nella sua crescita. «Le cinque colonne rimaste - spiega il vicesindaco di Oltre il Colle Pierangelo Manenti - sono state ancorate a terra con cavi di acciaio. Serviranno per far vedere come era all’inizio la Cattedrale. Le piante, ci sono ormai tutte, ne mancano due o tre, ma saranno posizionate. In questi mesi è stata fondamentale la cura prestata da un nostro volontario, Pierangelo Palazzi, che si sta occupando della crescita della Cattedrale».

Nelle prossime settimane dovrebbe essere avviato anche il progetto di «musealizzazione» della Cattedrale, a cura del Centro di etica ambientale. «Con della cartellonistica - spiega il presidente del Parco delle Orobie Yvan Caccia - , andremo a raccontare ai visitatori la sua storia, dall’ideazione fino al nubifragio che ne ha distrutto le colonne portanti. Da un lato, quindi, la Cattedrale continuerà nel suo percorso, dall’altro racconteremo quello che la stessa natura ha fatto a metà del suo percorso».

Il 28 ottobre 2018 raffiche di vento che soffiarono a oltre 200 chilometri orari spazzarono le già precarie impalcature che facevano da guida agli alberi della futura Cattedrale vegetale. Ben due terzi, di fatto, furono gravemente danneggiate se non distrutte del tutto. Per motivi di sicurezza, quindi, le colonne danneggiate dovettero essere tolte.

Sono rimasti gli alberi, alla fine solo cinque ancora con le colonne a fare da guida alla loro risalita. Le altre, invece, senza nulla. La Cattedrale vegetale di Oltre il Colle nelle sue intenzioni originarie dovrebbe diventare uno dei più importanti esempi europei d’arte naturale. Fu ideata dall’artista Giuliano Mauri di Lodi (scomparso nel 2009) e inaugurata nel settembre del 2010 dal Parco delle Orobie. L’opera di «land art» è stata voluta dal Parco delle Orobie, dai Comuni di Oltre il Colle, Roncobello e Ardesio.

Era composta inizialmente da 42 colonne, suddivise in cinque navate, all’interno delle quali, nell’arco di 15-20 anni, dovevano crescere, fino a 13 metri di altezza, i faggi piantati. La natura doveva prendere il sopravvento sull’architettura realizzata dall’uomo forse tra alcuni anni, mantenendone però le forme originarie. Un progetto, però, modificato proprio per la forza della natura stessa, due anni fa. Ma non tutto è perduto. Anzi la crescita sarà seguita ramo dopo ramo e l’opera d’arte, a questo punto, raggiungerà il suo traguardo.

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