Val Brembana, ultima estate di code
Variante di Zogno pronta nel 2021

Rinvio di qualche mese a causa del Covid-19 e della mancata disponibilità di alcune aree di lavoro. Il problema massi: 80 da spostare o mettere in sicurezza.

C’è luce in fondo al tunnel. Solo che si vedrà la prossima estate, quella del 2021. I lavori per la variante di Zogno sono ripresi dopo lo stop per il Covid-19: termineranno per l’estate del prossimo anno e non per fine 2020 come si era ipotizzato in prima battuta.

«L’obiettivo è far sì che questa sia l’ultima estate di coda per la Val Brembana» spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Terzi, durante il sopralluogo di giovedì 11 giugno alla presenza del presidente di Infrastrutture Lombarde (la società appaltante, controllata dalla Regione), Giuliano Capetti, del vicesindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti e dell’assessore Giampaolo Pesenti.

«Ci sono stati dei ritardi dovuti alla disponibilità di alcune aree» spiega Guglielmo Fariello, direttore dei lavori per Infrastrutture Lombarde: «Alcune dell’interconnessione a nord sono state consegnate solo l’8 marzo, mentre il cantiere della variante era partito a fine ottobre. Alcuni passaggi di proprietà hanno poi portato a modifiche progettuali». E sullo sfondo «c’è anche un elettrodotto ancora da spostare» ricorda la Terzi: «Anche se Terna sembra pronta a partire».

Terzi: «Anticipiamo i tempi»

Insomma, tirando le somme e aggiungendoci lo stop di due mesi (abbondanti, quasi tre con la ripartenza) per il Covid-19 «l’orizzonte temporale di fine lavori, non ancora contrattualizzato con l’impresa, è l’estate 2021» conclude Fariello. «Ma lavoriamo per anticipare i tempi» assicura (e pressa) l’assessore.

Fermo restando che il termine di lavori non significa l’apertura immediata dell’opera: «C’ è tutta una serie di procedure che, dove possibile, cercheremo di fare in parallelo» assicura Luca Gherardi, direttore tecnico della Collini, l’impresa di Trento (con base milanese) che ha riavviato i cantieri dopo 5 anni di stop: «Da parte nostra ci adopereremo al massimo per rispettare i tempi e far sì che questa sia l’ultima estate con le code in questa parte della valle», conclude. Una prospettiva che rassicura anche Zogno: «Eravamo preoccupati per lo stop conseguenza del Covid, ma questa tempistica ci fa stare più tranquilli» commenta il vicesindaco Ghisalberti.

Il cantiere comunque avanza

A complicare in parte i lavori c’è però la questione dei massi. Quelli sui pendii della Madonna del Lavello, poco oltre la frazione di Ambria. «L’impresa ha fatto un rilievo esatto di tutti i massi che possono cadere»s piega Fariello. E il risultato non è proprio dei più rassicuranti: «Sono un’ottantina». Questo l’esito di un’ispezione «accurata fatta sia con i rocciatori che i droni».

Massi che vanno dal metro cubo in su, fino ad arrivare a 7-8: «Alcuni verranno fatti cadere, anche con l’ausilio di elicotteri. Quelli che invece non si potranno spostare verranno bloccati sul posto con l’ausilio di tiranti d’acciaio». Questo nella parte alta della montagna: «Poi verranno messe delle barriere a valle». Il problema è che reggono fino ad un metro cubo, e qui ci sono blocchi di dimensioni ben maggiori che verranno appunto assicurati in loco».

Per il resto, i lavori sul cantiere sono ripresi a buon ritmo: si sta lavorando alla realizzazione dei vari impianti e alla predisposizione delle piazzole di sosta nella galleria «Monte di Zogno», mentre quelli della «Inzogno» sono più avanzati. La Val Brembana attende e incrocia le dita, sperando sia davvero la volta buona per uscire dal tunnel.

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