CRV - Consiglio veneto approva il Defr 2023-25

Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha approvato la Proposta di deliberazione amministrativa di iniziativa della Giunta n. 45, di adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) 2023-2025, con 38 voti favorevoli e 10 contrari.  Dopo l’approvazione del Defr l’aula ha iniziato ad esaminare la relativa Nota di Aggiornamento (Proposta di deliberazione amministrativa di iniziativa della Giunta n.54) con la manovra emendativa che ha occupato l’aula per tutta la serata: mercoledì mattina, continuerà l’esame degli emendamenti.

I due provvedimenti compongono la manovra di bilancio regionale e sono stati illustrati congiuntamente dal relatore, il Presidente della Commissione bilancio Luciano Sandonà (Lega-LV), che ha ricordato come il Defr rappresenti il principale strumento della programmazione regionale, aggiornata ai dati della finanza pubblica nazionale, di cui alla Nota di aggiornamento. Il Defr si struttura in diversi capitoli, con contenuto in parte tipico dettato dal D. Lgs. n. 118/2001, in parte appositamente arricchito, ed è composto da quadri di riferimento e di contesto, e di una parte programmatoria; appositi paragrafi sono riservati alle imprese, all'export, al turismo, al mercato del lavoro, alla situazione dei Neet (i giovani che non studiano né lavorano), alle richieste di cassa integrazione guadagni, agli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Bes) nel Veneto. Un capitolo apposito rapporta la programmazione al bilancio: la lettura abbinata di questi documenti consente di comprendere “cosa si farà" e “quanto” verrà messo a disposizione, in termini di risorse finanziarie, a livello di missione e programma, per il perseguimento degli obiettivi. Ulteriori capitoli del Documento sono dedicati alla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (la SRSvS approvata dal Consiglio con Pda n. 80/2020 per delineare le traiettorie al 2030 dello sviluppo sostenibile del Veneto in chiave sociale, economica e ambientale), alla programmazione europea riferita alla chiusura del settennio 2014-20 e all’avvio del 2021-27, e al percorso di partecipazione del Veneto al piano Nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), strumento con cui l’Italia, all’interno del quadro europeo di riferimento ha risposto alla crisi pandemica legata al Covid-19.

Il Capogruppo del Partito Democratico Giacomo Possamai, correlatore per l’Aula dei provvedimenti, ha sottolineato come ciò che ha caratterizzato nel corso degli anni la relazione illustrativa del Defr è l’approccio di tipo burocratico: manca l’obiettivo, la strategia di sviluppo di una gestione che si presenta ordinata dal punto di vista formale, ma che non delinea in maniera chiara a che altezza si colloca l’asticella delle ambizioni; ad esempio, in materia di Pnrr, si afferma che il Veneto è destinatario di 4,6 miliardi di euro, ma manca il disegno regionale, il modo attraverso il quale la Regione sta lavorando per attrarre le risorse, ma in generale mancano le prospettive regionali di sviluppo destinate a mantenere le condizioni di forza e di benessere che hanno sempre caratterizzato il Veneto. Successivamente, Vanessa Camani, Vicecapogruppo del Pd e Vicepresidente della Commissione bilancio, ha ricordato come il quadro economico nazionale, caratterizzato dalle crisi determinate dal Covid-19 e dall’attuale quadro economico, non avesse ancora recuperato la situazione antecedente il 2008: “Si è sempre descritto un Veneto resiliente di fronte a queste crisi, ma le politiche regionali sono altrettanto resilienti? Sono in grado di governare il cambiamento in atto? Come affrontare la spinta recessiva e l’inflazione, la più iniqua delle tasse? Come ridurre i divari, le distanze tra persone, tra territori, tra cittadini e istituzioni? Come investire sul futuro? Dovremmo utilizzare gli strumenti del Pnrr e della programmazione europea che però sono oggetto marginale della programmazione regionale”; di seguito, la Vicecapogruppo Camani ha delineato una serie di questioni - ulteriormente sviluppate anche dai colleghi Jonatan Montanariello, che ha affrontato anche i temi legati alla specificità veneziana, al centro storico e al futuro del polo di Porto Marghera, e Andrea Zanoni, che ha sviluppato temi infrastrutturali come la Pedemontana e le opere legate alle Olimpiadi, e ambientali - affrontate in maniera marginale: la questione sociale (in particolare, il dato della povertà assoluta delineato dal Bes, che al nord interessa giovani e coppie senza figli o con un figlio e che ha un tasso di rischio doppio rispetto a 10 anni fa); la questione demografica (il Veneto ha una delle peggiori piramidi demografiche del paese); la questione produttiva (con particolare riferimento alla dimensione delle imprese); la questione delle riforme (menzionando la mancata riforma delle Ipab o del sistema trasportistico regionale); la questione del supporto alle piccole e medie imprese (con particolare riguardo al ruolo di Veneto Sviluppo). “Il Defr - ha concluso Camani - è un documento tecnico nel quale manca la politica”.

La Capogruppo di Europa Verde Cristina Guarda, ha posto con forza l’accento sullo slogan ‘Veneto tax free’, frutto di una politica economica di natura ultra-liberista che si richiama alla teoria denominata ‘Trickle-down economics’: “Ciò che si produce in termini di reddito a favore di chi ha di più anche per mezzo di strumenti come la riduzione dell’imposizione fiscale, è destinato a ‘gocciolare’, a ricadere, verso chi ha meno: questa teoria si è dimostrata inequivocabilmente falsa, tesi supportata anche dal premio Nobel Joseph Stiglitz”; l’erroneità della teoria verrebbe dimostrata anche in base agli effetti, alla realtà delle famiglie che hanno ospiti nelle Rsa, o bambini negli asili nido, o disabili: serve una politica di ampio respiro e non fondata su investimenti infrastrutturali non produttivi (a titolo esemplificativo, la pista da bob di Cortina), per il benessere equo e solidale della comunità veneta.

Anche la Capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin ha posto l’accento sul ‘Veneto tax free’, affermando che la volontà di lasciare i soldi nelle tasche dei veneti ha avuto l’effetto di favorire solo i veneti più ricchi, quando il momento economico difficile e particolarmente complesso anche dal punto di vista storico richiederebbe interventi straordinari e coraggio da parte della Regione del Veneto: “Sarà vero che i pessimisti non fanno fortuna, ma anche i Re Tentenna non hanno fatto una bella fine”.

In maniera simile, la Capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel ha ricordato l’annuncio dell’intervento per innalzare l’addizionale Irpef e reperire così 300 milioni di euro, senza la conseguenziale assunzione di responsabilità da parte della Regione: “Un dibattito interrotto per un Veneto interrotto: vogliamo un Veneto che funziona solo per chi conta o per tutti? Esistono, e hanno bisogno di una risposta, temi che discendono da diseguaglianze sociali e territoriali per le quali serve una misura di equità che consenta a tutti le medesime opportunità”.

Il Portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni (Gruppo misto), stigmatizzando le assenze del Presidente Zaia e di proposte emendative da parte della maggioranza, ha sottolineando che la narrazione di un Veneto vincente, sostenibile e attraente ha il limite di non prendere in considerazione segnali, ricavati dai dati dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, dai quali si può ricavare quanto gli ultimi anni del Veneto siano stati faticosi in termini di Pil, di export, di consumi delle famiglie, soprattutto se rapportati anche alle sole realtà regionali confinanti (Emilia Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige): “Serve lucidità d’analisi: rischiamo di proporre programmazioni come se tutto andasse bene, quando la realtà è totalmente diversa rispetto alla prospettiva del provvedimento, peraltro vago nel delineare obiettivi e strategie”.

Al termine della discussione generale è intervenuto l’Assessore regionale al bilancio e programmazione Francesco Calzavara: “Ciò che i veneti hanno sentito negli interventi d’Aula delle opposizioni, una sorta di Veneto Horribilis, non corrisponde alla realtà”; l’Assessore Calzavara ha ricordato che il Documento all’esame dell’Aula, particolarmente complesso, si è arricchito nel corso degli anni e tiene conto dell’attuale momento storico ed economico, sottolineando le qualità di un tessuto economico che continua a essere particolarmente performante: ad esempio, dal Bes si ricavano anche dati che testimoniano la crescita del reddito, mentre l’indice di povertà assoluta non è diverso rispetto al dato nazionale, sul piano ambientale dal 2010 al 2021 è migliorata la qualità dell’aria e dei gas climalteranti, si riscontra la diminuzione dell’abusivismo edilizio; il Veneto conserva la capacità di essere attrattivo, ben testimoniato dalla richiesta turistica e alla questione dell’insediamento Intel.

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

© RIPRODUZIONE RISERVATA