“Un torbido gioco”, un entusiasmante giallo di intrighi, passioni e indagini tra luci e ombre

Dopo due mesi dagli omicidi di due escort , a distanza di ventiquattro ore l’uno dall’altro, le indagini delle forze dell’ordine sono a un punto fermo. Può sembrare una macabra casualità, ma tra i due delitti ci sono troppe somiglianze : entrambe le donne sono state strangolate con un cavo, entrambe avevano avuto un rapporto sessuale con un cliente misteriosamente sparito nel nulla, sul luogo del delitto non sono state ritrovate tracce di DNA, né tantomeno l’arma del delitto. Le speranze di trovare un colpevole sembrano affievolirsi un giorno dopo l’altro, mentre l’unica persona che sembra voler impedire che il caso venga dimenticato è una giornalista, che non smette di scrivere per tenere viva la vicenda. L’ ispettore di polizia Stefano Mastromonaco non vuole darsi per vinto, decide dunque di dare una svolta alle indagini per trovare una quadra, una volta per tutte. Al suo fianco ci saranno l’ ispettore Luigi Bertolucci e l’ ispettore capo Karin Belladonna , due professionisti fidati con i quali sa di avere più chances di successo. La riapertura del caso li porterà a seguire nuove tracce, a notare dettagli che fino a quel momento erano sfuggiti: a poco a poco diventeranno pedine di un gioco perverso , inghiottiti da un baratro che sembra non avere fine.

I tre ispettori sono i protagonisti di “Un torbido gioco” , romanzo d’esordio di Sebastiano Lo Monaco per Europa Edizioni . È un’opera che ci trasporta in un mondo oscuro e intrigante, con una narrazione che fonde il mistero del giallo con l’indagine psicologica. Attraverso la trama intricata e i personaggi ben definiti, l’autore ci guida non soltanto tra i delitti e le indagini, ma anche tra i dubbi, le incertezze e l’arguzia dei personaggi, rivelando il lato torbido dell’animo umano . Lo Monaco, giornalista interessato di geopolitica e cronaca politica, con il suo romanzo si inserisce con maestria nel ricco filone della narrativa gialla, particolarmente apprezzato dai lettori nostrani. Trae la sua ispirazione da maestri del genere come Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli , creando una trama complessa che si allinea perfettamente con la tradizione del giallo italiano. Si lascia inoltre contaminare da un’austera sensibilità nordica, aggiungendo Jo Nesbo alla rosa di suoi maestri.

Stefano Mastromonaco non è l’ispettore integerrimo e lige al dovere a cui tanta narrativa gialla – probabilmente più “ortodossa” – ci ha abituato. È un uomo che si lascia trasportare dalle passioni e dalla carne , senza peli sulla lingua e dai modi spesso bruschi, ma in grado di scorgere la verità oltre il muro di qualsiasi menzogna, non importa quanto solido sia. I suoi interrogatori rompono gli schemi e le formalità, ma non importa: quando Mastromonaco si mette in testa di dover risolvere un caso, nessun ostacolo può mettersi sulla sua strada. In particolare, in questa circostanza ha soltanto dieci giorni a disposizione : il Commissario vuole infatti archiviare l’inchiesta e non ha intenzione di concedergli altro tempo.

La prosa di Lo Monaco è cruda , diretta , tanto incalzante da non lasciare un attimo di respiro. È una corsa contro il tempo che si dipana in un’atmosfera oscura e adrenalinica – probabilmente scontando l’eredità narrativa di Nesbo – in cui nulla è come sembra. Mastromonaco e Bertolucci si addentrano nei sobborghi della città , nei luoghi del piacere in cui le vittime incontravano i propri clienti: è lì che le tracce sono ancora fresche, ma soprattutto è lì che l’assassino colpirà ancora, lasciando questa volta un importante indizio dietro di sé.

Un ruolo centrale nella narrazione e nelle indagini lo avrà l’ ispettore capo Karin Belladonna : una donna sicura di sé, in grado di farsi rispettare in un ambiente spesso dominato unicamente dagli uomini, senza paura di essere definita dura o arrogante. La sua è una femminilità densa che va oltre gli stereotipi , una mentalità da stratega che riesce a tenere sotto controllo anche le situazioni più disperate.

Sebastiano Lo Monaco sceglie di conferire ulteriore movimento alla narrazione cospargendola di riferimenti, easter egg e citazioni di film, canzoni e libri . Lo stesso autore svela che le canzoni citate nel libro sono quelle che lo hanno accompagnato e ispirato durante la scrittura, le quali ci confermano ancora una volta la carica esplosiva che raggiunge il lettore assorbendolo tra le pagine. La grande abilità di Lo Monaco è infatti quella di riuscire a coniugare nella sua narrazione più strati interpretativi , garantendo da una parte l’adrenalina dell’azione, dall’altra la disamina cervellotica e incessante degli indizi, senza mai porre in secondo piano l’analisi psicologica e introspettiva dei personaggi. I caratteri sono infatti solidi, tridimensionali , un mix di vizi e virtù profondamente umano, al quale è impossibile non affezionarsi. Lo stesso Mastromauro racconterà in determinati momenti alcuni episodi cruciali del suo passato che lo hanno segnato profondamente, tra i quali l’attentato subìto durante una missione di guerra in Iraq, nel quale era stato l’unico sopravvissuto.

“Un torbido gioco” è anche un romanzo che indugia con forza sulla sensualità , su tentazioni della carne alle quali è impossibile non cedere e che non lasceranno indenni nemmeno gli ispettori e l’ispettrice capo. L’ erotismo contribuisce a delineare la complessità delle relazioni tra i personaggi, si intreccia con la trama investigativa e crea una miscela esplosiva di mistero e desiderio . Lo Monaco rompe uno dopo l’altro gli schemi tradizionali del giallo e costruisce un romanzo denso di carattere, lasciandoci in un vortice di passioni proibite che rende la storia potente e complessa .

Non mancheranno attimi di forte tensione , in cui i protagonisti si troveranno quasi l’uno contro l’altro, nell’esasperazione di situazioni ormai cadute fuori controllo, in cui nessuno è più realmente al sicuro. Intanto la ragnatela di persone, contatti e potenziali colpevoli si infittisce e il mondo in cui si svolgono i fatti si mostra sempre più complicato: nessuno dice la verità fino in fondo, per paura che i propri segreti vengano svelati o di subire conseguenze collaterali durante lo svolgimento delle indagini. Sembra essere una strada senza uscita mentre l’orologio continua inesorabilmente a indicare i minuti che passano, attimi preziosi che segnano il confine tra un nuovo indizio prezioso e la disfatta totale.

L’incessante danza dei personaggi li conduce verso un finale inaspettato , oltre qualsiasi immaginazione: in esso si intrecciano l’amore e la gelosia, la cieca brama di possesso e la furia di una vendetta che inghiotte nel baratro della follia. L’ottima penna di Lo Monaco traccia piste e vicoli ciechi , inserisce dettagli fondamentali e li maschera dietro una serie di falsi indizi, come un prestigiatore confonde le acque concentrando tutta la nostra attenzione su un dettaglio, mentre opera indisturbato sulla costruzione della trama principale, fino all’ estremo colpo di scena . Chiudiamo il libro quasi con il fiatone, dopo la rincorsa che ci ha condotti in un battito di ciglia al finale del romanzo, con lo stesso desiderio di pace che pervade i personaggi. Una cosa però è certa: dopo aver vissuto questa avventura, nulla sarà più come prima.

 

 

 

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