Biospazzini e cellule cannibali, le nuove sfide della lotta ai tumori

Dai bio-spazzini alle cellule cannibali: questi sono alcuni dei meccanismi al centro delle sfide che la ricerca sui tumori deve affrontare, e che possono aprire nuove strade per arrivare alle terapie del futuro. Il numero delle vittime dovute a tumori, infatti, rimane elevatissimo: nel 2021, in Italia, si sono contati 181mila decessi. "Il cancro è il grande problema della nostra società", afferma Gennaro Melino, tra gli organizzatori del convegno in programma all'Accademia Nazionale dei Lincei. "Insieme ai disturbi cardiovascolari è la prima causa di morte", continua Melino, docente all'Università Tor Vergata di Roma e membro dei Lincei: "Dobbiamo fare qualcosa".

Tra i bersagli più promettenti c'è il cosiddetto 'sistema ubiquitina-proteasoma': è lo spazzino biologico delle cellule del corpo umano, che distrugge le proteine danneggiate. Spiega la sua importanza Aaron Ciechanover, Premio Nobel per la Chimica nel 2004 proprio per la scoperta di questo meccanismo. Il sistema infatti, quando non funziona bene, causa l'accumulo di molecole che sono alla base di moltissime malattie neurodegenerative, così come di tumori. Da qui il suo inserimento nella lista dei meccanismi che potrebbero portare a cure innovative per i pazienti.

Un'altra scoperta premiata nel 2016 con il Nobel per la Medicina (consegnato a Yoshinori Ohsumi) potrebbe aprire una nuova frontiera nella lotta contro il cancro: è l'autofagia, il processo con cui le cellule del nostro corpo 'cannibalizzano' alcune loro componenti, per riciclare parti danneggiate ed eliminare patogeni. Disfunzioni in questo meccanismo sono legate allo sviluppo del cancro e di molte altre malattie, consentendo alle cellule tumorali di sopravvivere in condizioni estreme e resistere all'azione dei farmaci. Infine, rappresentano una promettente strategia anche le terapie che agiscono a livello dell'Rna: la molecola che traduce le istruzioni scritte nel Dna e svolge molte funzioni di regolazione. Si è infatti scoperto che alcuni tipi di Rna, chiamati microRna, favoriscono lo sviluppo di metastasi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA