Il radiotelescopio Alma compie 10 anni

Compie dieci anni Alma, l’imponente l’osservatorio composto da ben 66 radiotelescopi di 12 e 7 metri di diametro che si trovano a 5.000 metri nel deserto di Atacama in Cile. Il telescopio dell’Osservatorio Meridionale Europea (Eso), al quale partecipa anche l’Italia, ha permesso, dall’osservazioni delle galassie primordiali risalenti a 13 miliardi di anni fa allo studio senza precedenti dei pianeti in formazione. Presto Alma sarà addirittura potenziato da un nuovo ‘cervello’ che ne migliorerà le prestazioni,

Inaugurato formalmente il 13 marzo del 2013 grazie anche alla partecipazione di enti di ricerca statunitensi, canadesi, giapponesi, taiwanesi e cileni, Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) è il più costoso progetto astronomico basato a terra, di circa 1,3 miliardi di dollari. L’osservatorio, o più correttamente un radiointerferometro, è formato in realtà da un insieme di ‘classici’ radiotelescopi – grandi parabole tra 12 e 7 metri capaci di rilevare le onde radio in varie lunghezze – che possono muoversi in base alle necessità sul grande altopiano di Atacama, in particolare nella piana di Chajnantor. I telescopi possono dunque muoversi ‘zoomando’ su varie parti del cielo e unire i dati raccolti come fossero un unico enorme telescopio largo chilometri.

Grazie alle sue incredibili caratteristiche in questi 10 anni Alma ha dato un contributo fondamentale in molti settori dell’astronomia. Il suo sguardo ha permesso di osservare nell’universo più antico scoprendo ad esempio i più antichi atomi di ossigeno prodotti dalle reazioni di fusione all’interno delle prime stelle, quando il cosmo aveva solo 500 milioni di anni, così come le più antiche galassie risalenti a oltre 13 miliardi di anni fa. Ma Alma permette anche di studiare oggetti molto più vicini come i pianeti attorno ad altre stelle, in particolare di osservare quel che si cela sotto le spesse nubi di gas e polveri al cui interno si formano i nuovi pianeti. Alma è stato fondamentale anche in scoperte di altro tipo, ha ad esempio contribuito alla prima fotografia di un buco nero e aiuta a comprendere quel che avviene attorno a questi ‘mostri’ cosmici impossibili da fotografare in modo diretto. Presto Alma sarà anche potenziato con un nuovo ‘cervello’, nuovi computer per l’elaborazione dei dati che ne miglioreranno le prestazioni fino a 400 volte.

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