Il bimbo, il drago e il diamante
Leggende sulle acque del Brembo

Il Brembo nasce e finisce la sua corsa in territorio orobico. È per questo che i bergamaschi da sempre gli sono particolarmente affezionati. Come ogni fiume che si rispetti, anche il Brembo racconta la storia della civiltà nata nel suo grembo. Racconta di battaglie, di vere e proprie guerre, di eroi e di leggende. Lo spartiacque tra storia e leggenda però non sempre è facilmente identificabile.

Probabilmente molte di esse sono sorte inizialmente come storia, o semplice cronaca, ma la fantasia di chi si prendeva la briga di raccontarle le ha via via trasformate in veri e propri miti.

Un esempio è la storia di un bambino salvato miracolosamente dalle acque. Un tema tradizionale: basti pensare al piccolo Mosè salvato nel Nilo, o a Romolo e Remo – mitici fondatori di Roma – salvati da una lupa arrivata ad abbeverarsi al Tevere.

La leggenda bergamasca è più simile a quella di Roma. Anche qui viene chiamato in causa un curioso animale che ha avuto la prontezza di salvare un bimbo abbandonato in una culla sul Brembo. Durante l’alluvione del 1493 una culla con dentro un bimbo in fasce venne abbandonata sulle acque del fiume.

Difficile sapere se la piccola improvvisata imbarcazione arrivò in acqua casualmente, trascinata dalla corrente, strappandolo dalle braccia dei suoi genitori o se fossero stati loro a prendere questa amara decisione pur di salvarlo. Fatto sta che il piccolo ignaro navigatore si trovò ad essere trasportato dalle acque del fiume che, si sa, in alcuni punti sono particolarmente irrequiete.

Leggi tutto su L’Eco di Bergamo del 3 ottobre

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