La magia della seta
e il genio di Leonardo

Il genio di un grande inventore unito all'ingegno di artigiani e industriali che nei secoli hanno dato prosperità ad un'intera Valle. Ruoterà attorno alla figura di Leonardo l'appuntamento di domenica 1 maggio a Leffe, per la «festa di compleanno» del Museo del Tessile.

Il genio di un grande inventore unito all'ingegno di artigiani e industriali che nei secoli hanno dato prosperità ad un'intera Valle. Ruoterà attorno alla figura di Leonardo da Vinci l'annuale appuntamento di domenica 1 maggio alle 14 a Leffe, dove è in programma la «festa di compleanno» del Museo del Tessile inaugurato nel 2005.

«Ogni anno scegliamo un tema specifico attraverso il quale valorizzare la nostra esposizione – spiega Luigi Spampatti, presidente di ARTS, l'Associazione Ricerche Tessili Storiche onlus che gestisce il Museo – e quest'anno ci siamo dedicati a un piccolo marchingegno, denominato zetto, ideato da Leonardo da Vinci e applicato fra l'altro al grande torcitoio circolare per la seta che conserviamo a Leffe e che ha lavorato sino al 1924. E' l'unico ancora esistente in Bergamasca e fra i due o tre disponibili in Lombardia».

L'idea di Leonardo risale alla fine del 1400, quando il genio di Vinci si trovava a Milano. Lo scienziato fu affascinato dai grandi macchinari circolari che consentivano la torcitura di centinaia di fili di seta contemporaneamente e a ciclo continuo, svolgendo lo stesso lavoro che prima richiedeva centinaia di persone in un tempo decine di volte maggiore. «Leonardo – continua Gianfranco Bosio, consigliere della ARTS – intervenne su un aspetto tecnico particolare e decisivo. Nei torcitoi il filo tendeva a raccogliersi sempre nello stesso punto dell'aspo, provocando un aumento del diametro e della velocità di avvolgimento, con conseguente variazione della torsione e della regolarità del filo di seta. Un operatore doveva variare manualmente e costantemente la posizione di accumulo dei fili ritorti. Leonardo progettò un azionamento, lo zetto, per muovere con regolarità avanti e indietro un'asta con sei guidafili in vetro. Un'invenzione determinante, un forte salto di qualità per il filo e la produttività, indispensabile ancora oggi».

Il lavoro certosino e competente dei volontari leffesi ha portato in questi giorni a realizzare lo zetto per tutte le varie postazioni del torcitoio circolare, con particolari estremamente fedeli, come le parti in vetro, necessarie perché al contrario di legno e metallo non vengono «tagliate» dal filo di seta in movimento. «Ci siamo avvalsi – aggiunge Bosio – dei disegni originali di Leonardo, rintracciabili su un piccolo manoscritto del 1495, oggi denominato Codice Forster, che riporta decine di altre applicazioni leonardesche, legate al tessile ma non solo. In occasione della festa del 1 maggio esporremo anche alcuni modellini realizzati da Luigi Spampatti partendo da altri progetti di Leonardo».

Una storia molto particolare e per questo affascinante, che si intreccia con quella più articolata che le sale del Museo di Leffe raccontano a dovere. Sono numerosi i volontari che in questi anni si sono fatti carico di raccogliere, conservare ed esporre il patrimonio di documenti, macchinari e testimonianze legato al tessile.

Domenica 1 maggio i visitatori potranno apprezzare dal vivo anche le fasi di un progetto che in questi anni ha ricreato la coltivazione dei bachi da seta. Ogni sabato e domenica, nei mesi di maggio e giugno, dalle 14 alle 19, il Museo proporrà specifiche visite a tema. «Le uova si schiudono alla fine di aprile – spiega Spampatti - e nei successivi quaranta giorni i piccoli bachi, che appena nati sono lunghi poco più di 2 millimetri, aumentano la loro dimensione di seimila volte mangiando esclusivamente foglie di gelso. Salgono poi su rametti appositamente disposti e, trovato il posto per ancorarsi, si rinchiudono dentro il proprio bozzolo, costituito da un unico filo di seta che può raggiungere i 1200 metri di lunghezza».

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