L'arte in quota
sulle Orobie

Altro che le gallerie d'arte. Vuoi mettere la conca del Calvi, la Valle dell'Inferno o la Nord della Presolana? Questi sì che sono spazi per esporre dipinti, mosaici, installazioni e tutto ciò che la fantasia può suggerire.

Il successo di «Sentieri creativi» - iniziativa promossa dall'assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bergamo e dal Cai, in collaborazione con la rivista Orobie e con L'Eco di Bergamo - forse sta proprio in questa opportunità, ovvero nella possibilità di uscire dagli schemi e dai luoghi a volte angusti in cui l'arte è spesso relegata.

Del resto, il rapporto tra quest'ultima e la montagna non è una novità, ciò che invece è inedito è la sua declinazione a favore dei giovani, nell'intento di coinvolgerli e avvicinarli al tempo stesso all'ambiente alpino.

«L'obiettivo che ci siamo posti - ha sottolineato l'assessore all'Istruzione e alle Politiche giovanili Danilo Minuti durante la presentazione della seconda edizione ieri al Palamonti - è quella di realizzare un connubio tra giovani e montagna attraverso progetti artistici realizzati direttamente in quota, lungo i sentieri e all'interno dei rifugi delle Orobie bergamasche. Crediamo fortemente che l'arte sia un veicolo importante attraverso il quale riscoprire un pezzo della nostra identità che è la montagna».

«Uno strumento - ha aggiunto il vice presidente del Cai di Bergamo e consigliere nazionale della stessa associazione, Paolo Valoti - per crescere bene e con i valori che il nostro sodalizio promuove da oltre un secolo».

Dopo il bando dello scorso febbraio e le selezioni avvenute in collaborazione anche con l'Accademia Carrara, siamo ora alle fasi finali con l'allestimento delle opere nelle otto località prescelte, dove resteranno alestite fino alla fine di settembre: «Endemismo delle Alpi orobiche» di Barbara Bobovcakova al Curò, «La finestra come simbolo» di Anna Agliardi al Baroni, «Riflettere sulla montagna» del Gruppo creativo Permanente lungo il percorso tra l'Alpe Corte e il Branchino, «Esperimento numero 1» di Letizia Delprato all'Albani, «Le stagioni de la sfinge» di Ilaria Pesenti al Benigni, «Autoallegoria» di Pietro Bonfanti al Coca (appena ribattezzato Merelli), «Tuedio» di Jacopo Andriolo e Riccardo Sangalli al Calvi, mentre «Sui miei passi» di Chiara Cavalleri prenderà forma lungo il sentiero delle Orobie.

«Questi otto progetti - sottolinea Clara Luiselli che ha contribuito con la propria consulenza artistica agli allestimenti - hanno in comune la capacità di esplorare l'ambiente alpino e di affrontare certi temi in un contesto molto diverso da quello abituale e con modalità altrettanto diverse».

«La conoscenza della montagna - ha concluso il consigliere del Cai Stefano Morosini - è uno degli obiettivi che si propone e questa iniziativa altro non è che una forma diversa per apprendere e relazionarsi con le terre alte».

Emanuele Falchetti

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