La salita sul re delle Orobie, il Coca
Le informazioni utili per l’escursione

Angelo Corna condivide con noi le foto e la relazione della bellissima salita di sabato 2 luglio sul Pizzo Coca, montagna che con i suoi 3.050 metri conquista il titolo di vetta più alta delle Alpi Orobie.

«Una fantastica escursione nella “Conca dei Giganti”, in alta Val Seriana. Consiglio di dividere l’escursione in due giorni, visto il notevole dislivello ma anche per poter godere appieno dei panorami e dell’ambiente che questa zona offre... Per chi volesse è possibile alloggiare all’accogliente Rifugio Coca per la notte. Questa escursione non è per semplici escursionisti ma è da affrontare “con piede sicuro”. La parte finale della salita (dalla Bocchetta dei Camosci) presenta tratti alpinisti di I° e II° grado. È quindi consigliata ad escursionisti esperti!

Informazioni Sintetiche

Percorso: Valbondione - Rifugio Coca - Lago di Coca - Bocchetta dei Camosci - Pizzo Coca

Tempo escursione: 9 ore e 27 minuti

Distanza: 19,27 km

Ascesa: 2.176 metri

Discesa: 2.148 metri

Quota massima: 3.052 metri

Quota minima: 903 metri

Segnavia: CAI 301 da Valbondione al rifugio Coca - CAI 323 dal rifugio alla Bocchetta dei Camosci - Tracce e cresta per la vetta del Pizzo Coca

Difficoltà: EE - F - passaggi di I/II° grado la salita al Pizzo

«Penso che si possa dire che ogni “Valle Orobica” ha la sua montagna simbolo… In Val Brembana è sicuramente il Pizzo del Diavolo di Tenda, che con la sua forma aguzza è stato più volte ribattezzato il Cervino Bergamasco. In Val di Scalve spicca la Presolana, Regina delle Orobie, famosa per le sue vie d’arrampicata da qualunque versante la si affronti. In Val Seriana, nella “Conca dei Giganti”, è posto invece il Re delle Orobie, il Pizzo Coca, che con i suoi 3050 metri guadagna il titolo di montagna più alta dell’arco orobico».

«Partiamo da Valbondione alle sei del mattino circa e c’incamminiamo sul segnavia Cai 301. Il sentiero sale con pendenza sempre costante e tralasciando le indicazioni per le frazioni di Grumetti e Maslana arriviamo, dopo circa un’ora di cammino, in prossimità di una bella cascatella e di un facile tratto attrezzato con catene di sicurezza. Sopra di noi è ormai ben visibile il Rifugio Mario Merelli al Coca, che con la sua posizione panoramica sul Pizzo omonimo e sul sottostante paese di Valbondione è stato più volte ribattezzato “nido d’aquila”».

« Arriviamo al rifugio, posto a metri 1.892, dopo circa due ore di cammino accompagnati purtroppo da un leggera pioggia… Un’ottima scusa per una sosta, accompagnata da torta e the fumante nell’accogliente rifugio gestito da Silvana e Fabrizio! Dopo mezz’ora il temporale si allontana e rimessi gli zaini ripartiamo in direzione del Lago di Coca (metri 2.108), una vera perla azzurra di origine naturale posta nel mezzo della Conca dei Giganti, al cospetto delle montagne più alte delle Orobie».

«Di fronte al lago seguiamo l’indicazione posta su di un grosso masso per la nostra prossima tappa, la Bocchetta dei Camosci. Superiamo una ripida pietraia ed un breve canalino (max I°grado) fino a sbucare su un ampio pratone che sale sempre con pendenza costante attraversando la Valle del Polledrino. In prossimità dei resti della vecchia colonnina del telesoccorso avvistiamo la Bocchetta dei Camosci, ormai proprio di fronte a noi…»

«Cerchiamo il percorso migliore ed alternando tratti su neve e tratti su pietraia arriviamo alla bocchetta (metri 2.719) dopo quasi quattro ore di cammino. Davanti a noi sbuca tra sole e nuvole la Valmorta e il Pizzo Recastello, mentre 1.000 metri più in basso una porzione del Lago del Barbellino fa capolino tra la nebbia! Dalla vetta ci separano circa trecento metri di dislivello, i più difficili e tecnici soprattutto dopo averne già percorsi 1900…!».

«Il temporale che ci aveva accompagnato al rifugio sembra ormai lontano ed iniziamo la risalita dal versante Sud, che si presenta con un primo canalino (I°+) di una trentina di metri. Seguendo i bolli rossi risaliamo su detriti e roccette instabili fino ad un bivio che reca la scritta “facile/difficile”. Entrambi i percorsi convergono poco sopra e superati un paio di canali (sempre nel limite del II° grado) e “sfasciumi tipici Orobici” arriviamo a un ultimo risalto roccioso un po’ esposto, di una lunghezza poco inferiore ai dieci metri, e alla cresta finale che ci porta alla vetta del Pizzo Coca (m.3050), tetto delle Alpi Orobie!».

«Purtroppo il meteo non è più dalla nostra parte e la vetta della nostra montagna è coperta dalla nebbia… Il tempo di scattare qualche foto ed inizia anche a piovere, come se il pizzo Coca si volesse vendicare di chi, oggi, ha voluto violare la sua cima… Non ci resta che scendere sotto un acquazzone che ci accompagnerà fino alla Bocchetta dei Camosci dove ritorna a fare capolino il sole e la tanto agognata vetta del Pizzo Coca, quasi a schernirci per essere scesi…! Per nulla sorpresi, anzi soddisfatti per avere raggiunto la cima, iniziamo la lunga discesa che ci riporterà al rifugio e a Valbondione dopo più di nove ore di cammino…!!»

«Il Pizzo Coca è una delle montagne più belle poste in uno degli ambienti più suggestivi delle nostre montagne… La salita, fatta in una sola giornata, può risultare molto appagante ma anche molto faticosa per i meno allenati, visto il notevole dislivello da superare. Consiglio, per godere appieno dell’escursione, di dividere la gita in due giorni pernottando all’accogliente Rifugio Mario Merelli al Coca».

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