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Quando manca un dente è meglio
un impianto o un ponte fisso?

Non esiste una risposta univoca perché è importante valutare non solo il problema clinico, ma anche le necessità e le aspettative del paziente

“Mi manca un dente: è meglio un ponte fisso o un impianto dentale?” Ecco una domanda che ricorre frequentemente. Viene infatti da pensare che, per un dente solo, affidarsi all’implantologia sia quasi eccessivo. In realtà, la questione va posta in modo diverso: qual è la scelta migliore in caso di mancanza di denti, indipendentemente dal numero di denti mancanti?

Impianto o ponte

La risposta è semplice e strutturata al tempo stesso come conferma il dottor Silvano Tramonte, fondatore dei Centri Implantologici Tramonte e coordinatore didattico del Master internazionale di Implantologia globale: «In condizioni di normalità anatomica è sempre meglio un impianto piuttosto che un ponte fisso. Questa soluzione offre un costo biologico e un costo economico inferiori rispetto a un ponte tradizionale. Naturalmente, prima dell’intervento di implantologia, viene sempre effettuata una valutazione clinica, per appurare l’eventuale presenza di controindicazioni all’intervento implantologico, che quindi porterebbero a optare per una soluzione protesica tradizionale».

Quando non si possono mettere gli impianti

E anche: quali sono gli elementi che pesano sulla potenziale scelta di alternative all’implantologia? In primo luogo, per dare risposta a questa domanda, bisogna considerare che ciò che offrono o non offrono gli studi dentistici. È importante considerare che non sono molti i centri esperti in implantologia globale, cioè quei centri che sono realmente competenti nelle diverse tecniche implantologiche e in cui quindi la modalità operativa spinge a scegliere la metodologia in base al paziente, alla situazione e agli aspetti clinici e non, invece, sulla base della tecnica più praticata in quel centro.
«È importante valutare non solo il problema clinico, ma anche le necessità e le aspettative del paziente, informandolo e coinvolgendolo nella valutazione delle soluzioni riabilitative più rispondenti - prosegue il dottor Tramonte -. Questo è l’atteggiamento più serio e rispettoso. E costituisce anche un’ottima cartina di tornasole per misurare l’affidabilità dello studio o dei professionisti cui ci si è rivolti. Capita infatti, purtroppo, che in alcuni centri vengano proposte al paziente solo tecniche misurate sulle capacità effettive dello studio e di chi vi opera».

Il dott. Silvano Tramonte

Come comprendere qual è la soluzione reale ai propri problemi dentali

Quando ci si affida a un centro dentistico, è sempre consigliabile fare molte domande e cercare le informazioni senza accontentarsi della prima risposta, soprattutto se è deludente. Considerando che solo in rari casi non è possibile ricorrere all’implantologia dentale e che oggi è possibile affrontare qualunque situazione, dalla più semplice alla più complessa, a seconda ovviamente delle indicazioni e dei desideri del paziente. Solo due condizioni portano necessariamente a non poter mettere impianti: una crescita ossea non completata (come quella legata ai soggetti troppo giovani, con un arco dentale non ancora completamente formato); condizioni di salute generale che rappresentino una controindicazione, assoluta o temporanea (si tratta di casi legati a situazioni o patologie che il paziente conosce già prima di rivolgersi all’implantologo). Ma, per l’appunto, non si tratta di situazioni frequenti e, in tutti gli altri casi, sarà sufficiente elaborare un progetto implantoprotesico adeguato al caso in questione, selezionando le metodologie e le tecniche più adatte. In pratica, si tratta di personalizzare la terapia, come bisognerebbe sempre fare, poiché le terapie standardizzate, uguali per tutti, non possono evidentemente andare bene per tutti nello stesso modo. Sarebbe come comprare un paio di scarpe di taglia unica invece di quelle della propria taglia.

Per informazioni: servizi d’implantologia