Quando si parla di stati vegetativi in Italia, la mente va subito alla toccante storia di Eluana Englaro. Proprio quel caso e il dibattito che ne seguì fu la leva di un lungo processo di sperimentazione che intraprese la Casa di Cura Habilita di Zingonia specializzata in Riabilitazione. Dal 2009 ai giorni nostri Zingonia è diventata un polo fondamentale in Lombardia e in Italia per la cura dei pazienti in stati vegetativi, soprattutto grazie ad importanti investimenti in apparecchiature e tecnologie che hanno reso il più efficace possibile la valutazione del medico riguardo le attività neurologiche. Tutto è iniziato nel 2010 con una ricerca scientifica che la sede di Zingonia ha portato avanti per 4 anni e che tuttora prosegue con il lavoro incredibile di un’équipe di medici validi ed esperti guidata dal Primario Dr. Michelangelo Bartolo. Con importanti successi: ad esempio la creazione di un’Unità Operativa di Neuroriabilitazione specializzata nella cura di pazienti in Stati Vegetativi e con Gravi Cerebrolesioni Acquisite e ancora l’inserimento della Casa di Cura di Zingonia nell’elenco degli IAC - Istituti di Alta Complessità – della Regione Lombardia. L’Unità Operativa di Zingonia ospita fino a 18 pazienti per una degenza di massimo 180 giorni in cui la struttura si dedica alla loro riabilitazione. L’iter solitamente prevede che il paziente che passa i 180 giorni a in Habilita sia già stato ricoverato in ospedale per un periodo di Terapia Intensiva. Successivamente l’ospedale consiglia una struttura a cui appoggiarsi per la riabilitazione come, ad esempio, Zingonia. Il successo dell’Unità Operativa di Zingonia si inserisce in un contesto di grandi progressi nel campo intensivo che ha permesso la sopravvivenza a diverse criticità impensabili fino a solo 50 anni fa. Il progressivo aumento dell’aspettativa di vita ha portato a fare un distinguo generale tra Stato Vegetativo (SV) e lo Stato di Minima Coscienza (SMC). La diagnosi di SV implica la totale assenza di risposte e di comportamenti volontari ed intenzionali da parte del paziente, mentre la sola presenza anche debole ed inconsistente di questi ultimi sposta la diagnosi sullo SMC. Questo importantissimo risultato è reso possibile dal miglioramento dei mezzi tecnologici e delle procedure cliniche. In Italia, tuttavia, sono poche le strutture riabilitative ospedaliere dedicate in modo specifico alla cura di questi pazienti. Quelle presenti necessitano di essere dotate di sofistificate apparecchiature per la definizione della diagnosi, della riabilitazione e della prognosi e che consentono un intervento riabilitativo precoce, individualizzato e prolungato nel tempo. Anche per questo l’Unità Operativa di Zingonia è un fiore all’occhiello sul territorio lombardo e nazionale. L’Unità Operativa di Zingonia è caratterizzata da un percorso mirato all’individuazione delle funzioni cognitive nascoste e potenzialmente recuperabili e con una squadra di professionisti formati: tecnici di neurofisiopatologia per la parte tecnica di allestimento delle sequenze di stimolo e di monitoraggio, psicologi per la parte relativa all’identificazione del materiale con maggiore valenza emotivo/affettiva. Tutto questo insieme, ovviamente, al ruolo importantissimo dei familiari. Un altro ruolo cardine l’ha una tecnologia incredibile nata quasi in parallelo con la creazione dell’Unità Operativa dedicata ai pazienti in stato vegetativo. La storia ce la racconta direttamente Roberto Rusconi, presidente Habilita: “Era il 2009 e venni a conoscenza di un dispositivo che poteva raccogliere e analizzare gli stimoli neurosensoriali dei pazienti in SV. Quel prototipo venne messo in commercio con il nome di Neurowave”. Neurowave è uno strumento importantissimo che segna una svolta fondamentale nell’approccio riabilitativo degli stati vegetativi e nel percorso evolutivo dell’Unità Operativa di Zingonia. Neurowave è una tecnologia non invasiva altamente innovativa che consente di pianificare dei protocolli di stimolazione e monitorare per ogni paziente i segnali elettrici cerebrali. Neurowave permette di:Stati vegetativi permanenti
A Zingonia una struttura dedicata
I passi in avanti nello studio degli stati vegetativi permanenti
Il futuro della cura degli stati vegetativi permanenti si chiama Neurowave