Atalanta, è la madre di tutte le partite
Ma attenta: il Bologna non regalerà nulla

Chiamatela come volete, la madre di tutte le partite, mezzogiorno e mezzo di fuoco, prendi i punti e scappa, ma - al di là della retorica - Atalanta-Bologna di domenica è davvero un match che da anni non si vedeva a Bergamo, per l’attesa che lo circonda, derivante dalla serie nerissima dei nerazzurri (14 giornate, più di 3 mesi, senza una vittoria) e dalla conseguente posizione molto precaria di mister Edy Reja in panchina.

Non è assolutamente una sfida decisiva per i numeri, considerato che anche perdendo l’Atalanta sarebbe fuori dalle ultime tre destinate alla retrocessione, ma lo è per la pesante situazione che si trascina ormai da tempo, con la squadra che non lesina energie e spirito di sacrificio, ma resta irrimediabilmente al palo. Penalizzata in primis da un blocco mentale che diventa di settimana in settimana sempre più opprimente e da un attacco che non segna, anche per il rendimento scadente di praticamente tutti i suoi interpreti. E nemmeno la fortuna sta dando una mano all’Atalanta. Ma, si sa, la dea bendata dà una mano agli audaci e i nerazzurri purtroppo non lo sono affatto proprio perché frenati psicologicamente.

È stata la settimana della riflessione, del presidente Percassi che ha concesso un’ulteriore, probabile ultima chance al suo allenatore, dello spirito di rivalsa, di Reja («vinciamo, ci salviamo e il prossimo anno lavoro gratis»), dopo le parole dimesse di Roma, dei proclami, con Gomez che ha promesso che «giocheremo per Reja», della mobilitazione dei tifosi, favorita dalla politica dei prezzi stracciati, e del lavoro a Zingonia, dove il tecnico goriziano ha preparato l’assalto al Bologna, nella consapevolezza che non c’è alternativa alla vittoria per cancellare uno dei momenti più indigeribi della storia dell’Atalanta e correre di nuovo verso la salvezza in una giornata in cui il Frosinone, terzultimo a -4 dai bergamaschi, se la vedrà in casa contro la Fiorentina.

Parole, pensieri e speranze, ma ora la palla passa al campo, che darà il suo verdetto. È probabile che l’allenatore si giocherà partita e panchina con il modulo preferito e più rodato, ovvero con il 4-3-3, nonostante non stia dando frutti, anche perchè non ci sono alternative affidabili. Ma naturalmente più del modulo sono fondamentali i giocatori e allora ci si attende che finalmente Gomez, Pinilla e Diamanti, i giocatori di maggior classe e tecnica, tirino fuori qualche coniglio dal cilindro e trascinino i compagni contro un insidiosissimo Bologna che, allenato da un serio professionista come il bergamasco Roberto Donadoni, non regalerà nulla. Com’è giusto che sia. Forza Atalanta!

© RIPRODUZIONE RISERVATA