Lode a mister Reja
Che non si accontenta

Come costruire in sei giornate una signora Atalanta. Dopo la perentoria vittoria contro la Sampdoria, il balzo in sesta posizione e l’inserimento di diritto tra le maggiori rivelazioni del primo scorcio di campionato, è doveroso dare il giusto merito al principale artefice dell’exploit nerazzurro, ovvero a Edy Reja e parlando di lui naturalmente consideriamo anche i suoi collaboratori.

Il mister friulano ha le idee chiarissime e una grande coerenza. Ha continuato a puntare sul 4-3-3, marchio di fabbrica della sua gestione anche nel sofferto finale dello scorso torneo, ed è andato sempre diritto per la sua strada scovando quasi subito i giocatori per interpretarlo in modo ideale e migliorando in breve tempo il rendimento della squadra.

Il calciatore simbolo è de Roon e il reparto simbolo è il centrocampo. L’olandese - complimenti a Sartori che l’ha individuato intuendone le potenzialità - è il fulcro del gioco atalantino, spezza, cuce e rilancia l’azione con dinamismo e personalità come se la serie A sia da tempo il suo giardino di casa. Reja ha creato un reparto nuovo di zecca perché ha affiancato a de Roon - che ha scalzato dalla cabina di regia un big come Cigarini - Kurtic e a sorpresa Grassi. Sono tre partite di fila che il trio è inamovibile e sarà dura per Ciga e Carmona ridiventare titolari. Kurtic e Grassi contro la Sampdoria sono stati straordinari nel sostenere sulle due fasce l’azione d’attacco di Gomez e Moralez e sono stati sostituiti soltanto perché erano sfiniti.

Sfinimento è una parola che invece non conoscono Gomez e Moralez. Anche loro due hanno disputato tre match in nove giorni e pure loro si sono sacrificati nelle due fasi, sia aggredendo con velocità e inventiva le corsie laterali svariando e accentrandosi, sia rientrando per aiutare il centrocampo, eppure hanno sprizzato vitalità da ogni poro sino alla fine e nel recupero Maxi ha avuto la lucidità e la maestria per regalare l’assist a Denis per il 2-0. Sul piano atletico è un’Atalanta tonica al 100% ed è uno dei segreti nei nerazzurri.

Abbiamo accennato a Denis che continua ad avvicendarsi con Pinilla, infortunatosi dopo pochi minuti (indurimento del flessore della coscia sinistra, è in dubbio per la trasferta di Firenza). Ebbene, il Tanque ha lottato per la squadra, non è stato determinato ed efficace sulla prima chance da rete avuta (piatto debole al 19’ st), ma ha colpito inesorabilmente sulla seconda al 46’ st, da applausi il duetto con Moralez, diventando lo straniero più prolifico nella storia dell’Atalanta in serie A a braccetto con Rasmussen (53 gol) e il terzo in assoluto dopo Doni (69) e Bassetto (57). Denis dunque c’è e non ha nessuna intenzione di mollare, buon per l’Atalanta.

E che dire della difesa? Sportiello non è più sotto assedio come nel passato campionato, ma a Empoli ha sfoderato una parata capolavoro su Saponara in zona Cesarini e contro la Sampdoria si è ulteriormente superato sul missile terra-aria di Soriano diretto all’incrocio dei pali. Toloi e Paletta sono stati promossi nel test contro il capocannoniere Eder e Muriel e il loro affiatamento sta crescendo rapidamente. Sono due centrali «cattivi», d’esperienza e buon tecnica, in grado di «spaventare» fisicamente le punte avversarie. Dramè è migliorato moltissimo pensando al giocatore dell’anno scorso e da punto interrogativo si è trasformato in punto di forza della squadra.

Nonostante le tre giornate ravvicinate, Reja non ha adottato il turnover per consentire alla squadra di consolidarsi e ha avuto ragione. Basta blackout in difesa e nel finale, ci sono stati progressi sul piano del gioco e più palle-gol create. Per il momento non si può volere di più, anche se Reja pretende maggiore incisività e inesorabilità in attacco. Per salvaguardare le sue coronarie ed evidentemente alzare l’asticella delle ambizioni dell’Atalanta responsabilizzando ancor di più i giocatori. «Possiamo giocarcela con tutti» è un bel grido di battaglia.

Intanto nelle retrovie, per un Frosinone che sta crescendo, ci sono un Carpi che ha già cambiato allenatore, da Castori a Sannino, un Empoli in fase d’involuzione (dipende troppo da Saponara, che ha appena rimediato una squalifica di tre giornate), un Bologna che continua a non carburare e un Verona massacrato dagli infortuni. Ma che ne dite se non parliamo più di lotta per non retrocedere? A +8 sulla terzultima posizione, l’Atalanta può pensare magari a qualcos’altro, pur restando con i piedi ben piantati per terra.

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