Ok la salvezza
Ma tanta delusione

Domenica al Comunale erano quasi in 17 mila. Avrebbero voluto applaudire la salvezza aritmetica dell’Atalanta a suggello di una prestazione positiva dei nerazzurri, reduci da una serie utile di sei giornate di fila e da sprazzi di bel gioco, e invece la gioia è rimasta smorzata in gola. I giocatori sono rientrati mogi nello spogliatoio con i tifosi quasi indifferenti. Ok, l’Atalanta disputerà nella prossima stagione il quinto campionato di fila in serie A ed è assolutamente il dato di maggior rilevanza. Ma è altrettanto indiscutibile che i tifosi bergamaschi nel torneo ormai quasi in archivio non si sono divertiti per niente, in primis al Comunale, ex roccaforte nerazzurra.

Che il Genoa, una squadra da Champions League per il gioco sciorinato, potesse prevalere rientrava nelle previsioni, un po’ meno che potesse stravincere. Il popolo nerazzurro sperava di ammirare un’Atalanta scintillante in grado di sigillare l’operazione salvezza con una performance di rilievo e invece è stata una desolazione totale. E l’Atalanta per garantirsi la permanenza in serie A si è dovuta aggrappare alla palese mediocrità del Cagliari, ko in casa contro il Palermo.

È vero che due settimane prima i bergamaschi erano stato protagonisti di un’ora splendida contro la Lazio, prima d’incappare nella cronica flessione, ma i numeri non mentono e il bilancio globale in casa dell’Atalanta - in attesa di sfidare il Milan, un povero diavolo, nell’ultima giornata - è disastroso: quattro vittorie, sette pareggi e sette ko con 21 reti segnate e addirittura 30 incassate. E se ripensiamo alle quattro affermazioni, non possiamo scordare che l’Atalanta ha sofferto incredibilmente per piegare le tre retrocesse: 1-0 contro il Parma al 90’ con gol di Boakye che ha sfruttato una papera del portiere Mirante, 3-2 contro il Cesena in rimonta dopo uno 0-2 da brividi e 2-1 contro il Cagliari con la rovesciata di Pinilla al 94’, mentre il 2-1 contro il Sassuolo (doppietta di Denis) è stato l’unico match non vietato ai deboli di cuore.

Nel quadro di un campionato deludente c’è stato un rendimento deludente anche tra le mura amiche. Non si pretende che l’Atalanta giochi come il Barcellona o la Juventus, è ovvio, parliamo di mondi calcistici differenti, ma magari come l’Empoli sì, per citare una provinciale con limiti evidenti ma super organizzata. Con Colantuono ci sono state numerose esibizioni casalinghe nelle quali la squadra nerazzurra ha stentato a produrre gioco d’attacco efficace e palle-gol e con Reja l’Atalanta si è dimostrata molto più solida in trasferta (non ha mai perso), ma in casa è stata ancora tentennante. Segno che, a prescindere dalla conduzione tecnica e dal rendimento ondivago dei suoi giocatori di forti, è stata un’annata davvero storta. Con blackout talvolta sconcertanti.

Le premesse erano ben diverse alla vigilia del campionato ed è dunque comprensibile il malumore che ha aleggiato domenica sul Comunale. Resta comunque la salvezza, anche nella prossima annata l’Atalanta sfiderà le big del calcio italiano più due rivali inedite in serie A, ovvero Carpi e Frosinone. Nelle ultime due giornate ci sarà tempo per esperimenti e per pensare già al futuro. La dirigenza nerazzurra è stata previdente nel puntellare l’attacco a gennaio con Pinilla che si è rivelato decisivo. Nel prossimo calciomercato si ricordi che l’Atalanta si è salvata da quartultima e ha avuto la fortuna che un’avversaria è fallita durante il campionato.

Tra giocatori che hanno deluso e forse sono desiderosi di cambiar aria (in primis Cigarini, che peraltro è anche un pezzo pregiato in chiave mercato), giocatori che potrebbero essere ceduti per incassare (Sportiello, Baselli, Zappacosta e Carmona), giocatori in scadenza di contratto (Migliaccio, Biava, Raimondi, Bellini, Emanuelson, Bianchi e Scaloni), giocatori in età avanzata e a rischio panchina (Denis), giocatori magari non più funzionali al progetto (Moralez), sarà probabilmente un’estate di rivoluzione. Il punto fermo, con Pinilla, dovrebbe essere Reja e, tanto per sgombrare ogni dubbio, una dichiarazione in tal senso del presidente Antonio Percassi confermerebbe in modo inequivocabile quello che dice il contratto, rinnovato automaticamente in caso di salvezza.

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