Partenza da incubo
da non drammatizzare

Non è stato l’esordio che i tifosi atalantini si attendevano. Che la nuova squadra nerazzurra di mister Gasperini potesse stentare a ingranare e ci fosse una grandinata di reti non era escluso, ma essere sotto 0-3 in casa dopo 33’ contro una Lazio che sembrava avesse molti problemi è stato un trauma per chi era allo stadio e per chi trepidava davanti alla televisione.

Probabilmente anche per i giocatori atalantini che perlomeno hanno avuto la forza di non perdersi d’animo e di tentare una rimonta che non si è concretizzata ma è comunque da sottolineare e applaudire. Il 3-4 dell’esordio in campionato di Gasperini sulla panchina dell’Atalanta non può che essere definito negativo, anche se ci sono state note positive di cui parleremo. Si è discusso sulle scelte tattiche e di giocatori del mister che non ha puntato subito sul 3-4-3, il suo modulo preferito, preferendo il 3-5-2, e ha escluso due elementi importanti come Masiello e D’Alessandro, ma se ha deciso così è perché pensava che fosse la soluzione più giusta. Ne sa sicuramente molto più lui di noi, quindi non ha senso criticarlo, a meno che schieri Paloschi terzino o giochi con un 1-1-8.... E con il senno di poi è facile parlare.

L’Atalanta ha perso non per colpa del modulo o per i giocatori utilizzati, bensì perché ha commesso gravi errori - di posizione, interpretazione dell’azione avversaria, individuali e di eccessiva disinvoltura, un cocktail imbevibile - sui primi tre gol incassati, lacune evidenti e sulle quali l’allenatore e i giocatori dovranno lavorare molto: sul primo c’è stata un’uscita a viole di Toloi che ha disorientato i compagni e regalato un’autostrada a Immobile (di cui si conoscono bene le caratteristiche...), sul secondo è stato concesso a Hoedt di saltare e soprattutto Sportiello non ha trattenuto il colpo di testa non irresistibile del difensore e sul terzo, perso il pallone in attacco, l’Atalanta ha incassato un contropiede da pollastra. Non parliamo del 2-4, che ha vanificato allo scadere il forcing nerazzurro, perché con sette giocatori protesi all’arrembaggio era fisiologico poter essere infilati di rimessa.

Tre gol incassati non sono colpa soltanto della difesa, ma è lampante come sia il reparto arretrato quello che deve progredire di più. Gasperini ha avuto due terzini graditi, Zukanovic e Konko, il francese è appena approdato a Bergamo, e ci sarà dunque da attendere che i due si integrino prima di valutarli. Qualche perplessità la desta invece Toloi perché è sì un difensore tecnico e di grandi potenzialità, forte anche nelle proiezioni in attacco, ma è talvolta distratto e precipitoso, mentre il suo ruolo cardine esige massima concentrazione e attenzione.

Eccoci alle note liete. La prima è naturalmente Kessie. Già in precampionato il giovane ivoriano aveva denotato disinvoltura, personalità e senso del gol, ma vederlo giocare così e segnare due gol all’esordio in serie A ha superato ogni più rosea previsione. Deve solo rimanere con i piedi per terra, perché ha i numeri per sfondare. La seconda è che l’Atalanta ha creato numerose palle gol (non scordiamo la traversa di Paloschi sullo 0-0) e non si è disunita dopo lo 0-3 assediando nella ripresa la Lazio con furore e raziocinio al tempo stesso. Anche in virtù dell’ingresso di D’Alessandro, una spina nel fianco della difesa laziale. La terza è che l’Atalanta ha palesato una vitalità e una condizione fisica invidiabile, segno che nel precampionato la preparazione atletica è stata ottima. Dunque, ci sono le premesse per lavorare bene e per eliminare al più presto la carenze nel concetto di gioco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA