Se i rincalzi che giocano
fanno quasi meglio dei big

Se Raimondi pare un ventenne, se Cherubin è così affidabile, se Brivio non fa rimpiangere il miglior Dramé, se Cigarini rinasce. Il dopo Palermo porta a riflessioni sottili, che vanno oltre le evidenze di Denis, de Roon e Sportiello.

I migliori sono stati loro. Ma tra i giocatori fondamentali ci sono tanti comprimari. L’Atalanta che avrebbe dovuto migliorar la difesa con Masiello, Toloi, Paletta e Dramé nelle ultime due gare non ha subìto gol schierando Raimondi, Stendardo (poi Cherubin), Paletta e Brivio. Siamo all’applicazione - e in tre posizioni su quattro, forse è troppo - della regola Sartori-Reja: due giocatori per ruolo, il più possibile vicini per valori. Poi in realtà ci sono titolari e riserve, ma a portarti al salto di qualità ora ci sono le prestazioni dei rincalzi.

Chi pensava a Raimondi e Brivio decisivi con i loro affondi per mettere in crisi il Palermo. Chi immaginava Gilardino ammansito da Cherubin, capace anche di segnare. E chi s’aspettava il miglior Cigarini da quando a Bergamo c’è Reja. In un ruolo non suo, «costretto» a unire corsa e movimenti in verticale alle sue qualità. O così o giocano altri. Cosa succederà a Cigarini sul mercato di gennaio per il momento non è dato saperlo, ed è prevedibile che dipenda anche dalle condizioni di Carmona (ma ci sono tempi chiari per il recupero di Carlos?).

Ma il suo atteggiamento di domenica - ad un certo punto della partita s’è meritato anche il coro della Pisani - è un bel segnale dello spirito del gruppo. Che nella penultima azione della partita ci fosse lui in fuorigioco davanti a Sorrentino, posizione che ha portato ad annullare il secondo gol di Denis, è una notizia. Lì il Cigarini regista dopo tre giorni senza allenamenti per un fastidio alla caviglia e 95’ da titolare non sarebbe mai andato. Per scelte calcistiche. Ma anche per mentalità e atteggiamento.

Tutto questo evidenzia che dietro i big quest’Atalanta ha comunque rincalzi all’altezza. Anche se giocano in 4-5 tra quelli che per ora hanno avuto meno spazio, il rendimento della squadra non ne risente. La squadra produce comunque calcio perché chi entra sa cosa fare, è già integrato nel meccanismo.

Non succede spesso, nel calcio. E, quando succede, se hai il leader degli ultimi anni disposto a rimettersi in gioco pur di ritrovare spazio, allora diventi un po’ più forte. Per arrivare fin dove le capiremo più avanti, ma un po’ più forti lo siamo di sicuro. Avanti col fieno in cascina.

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