Tre squadre più scarse?
C’è qualche dubbio...

Da quando, e ormai sono mesi, si è intuito che il campionato dell’Atalanta sarebbe stato sofferto, la frase più gettonata e rassicurante è sempre stata: «Tanto ci sono almeno tre squadre più scarse dell’Atalanta...».

Lo pensava anche chi scrive, ma è qualche tempo che la granitica sicurezza si è incrinata e ormai possiamo dirlo senza timore di essere accusati di terrorismo anti atalantino: la salvezza dei nerazzurri non è per niente scontata, lo dice la triste realtà, del gioco e dei risultati.

L’Atalanta doveva essere superiore all’Empoli, ma la matricola - pur stentando per concretizzare la sua manovra (Maccarone 7 gol li ha comunque segnati) - ha mostrato un’organizzazione di gioco che i nerazzurri non si sognano nemmeno e si è issata a +5 sui bergamaschi. L’Atalanta doveva essere superiore al Chievo che però nell’arena della lotta salvezza ci sguazza e - con il fondamentale 2-0 di Marassi contro il Genoa (bis di Paloschi, a quota 6) - ha incamerato un margine non indifferente di +4. C’è stato un momento in cui il Verona era in crisi nera e Mandorlini sembrava a un passo dall’esonero, ma il team scaligero, trascinato da un super Toni (13 reti a 37 anni!), ha reagito alla grande volando a +7 sui nerazzurri. Così un’Atalanta sfiduciata è rimasta con meno di quattro gatti nelle retrovie e ora trema.

Perché se è vero che il Parma è praticamente retrocesso e Cagliari e Cesena sono ancora a -4, la tendenza attuale vede nei guai serissimi Cagliari (peraltro di nuovo mina vagante con Zeman in panchina) e Atalanta, mentre il Cesena - che sembrava spacciato - sta dimostrando una vitalità sorprendente (e l’imprendibile Defrel, a segno a San Siro, è a 6 gol in totale). Ecco la classifica delle otto giornate del girone di ritorno: Cesena 12 punti, Verona, Empoli e Chievo 11, Atalanta e Cagliari 5. Non c’è molto da dire.... Così come - per non cadere in depressione - sarebbe preferibile non sottolineare che il Cesena domenica sera ha tentato di vincere fino all’ultimo secondo contro l’Inter in trasferta, mentre l’Atalanta ha giocato spaventata a Parma e nemmeno contro l’Udinese in casa ha sfoderato quella feroce cattiveria agonistica che dovrebbe avere una pericolante, per di più reduce da un cambio di allenatore.

Da sfatare ci sono due ulteriori argomentazioni falsamente pro nerazzurre. Atalanta penalizzata dal calendario duro? Può essere, ma nel ritorno il Verona ha appena stracciato il Napoli e prima aveva impattato contro Roma e Milan, il Chievo ha superato le due genovesi e strappato un punto a Roma e Milan, l’Empoli non ha perso con Roma, Milan e Palermo e il Cesena ha piegato la Lazio e fermato sul pareggio addirittura la Juventus e l’Inter. E non ci sembra nemmeno che l’Atalanta abbia conquistato risultati inferiori al gioco espresso. Sì, ha disputato spezzoni di partita lodevoli anche contro le big, ma in definitiva quanti match ha giocato dal primo all’ultimo minuto con efficacia, intensità e concentrazione?

Esaurita l’analisi da pessimismo cosmico, cosa c’è da salvare? Al momento soltanto i quattro punti di margine che restano comunque un cuscinetto di relativa sicurezza e una difesa che non incassa gol da due giornate (ma è stata un’Atalanta tatticamente molto prudente e Parma e Udinese non hanno attacchi atomici). La speranza è sempre quella: che Moralez, il più affidabile, appena rientrato, Gomez, finalmente in evidente progresso, e Cigarini, ancora nebuloso, siano in grado di inventare gioco e che qualcuno la infili in porta. Prima abbiamo ricordato tra parentesi i bomber più prolifici delle pericolanti. A esclusione di Toni, non c’è nessuno in doppia cifra, ma qualche golletto i vari attaccanti rivali dell’Atalanta lo stanno realizzando. La compagine bergamasca è invece ferma ai 5 di Moralez e ai 4 di Denis che non segna da otto giornate, ovvero dall’1-0 di San Siro contro il Milan, ultima di andata e ultima partita in cui l’Atalanta ha illuso i tifosi di potersi salvare senza penare.

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