Accusato di aver trasmesso l’Aids ad una donna Senegalese rinviato a giudizio il 7 maggio

È stato rinviato a giudizio il senegalese che l’anno scorso era stato arrestato con l’accusa di aver trasmesso il virus dell’Aids a una donna con la quale avrebbe avuto rapporti sessuali non protetti pur sapendo di essere sieropositivo. Lo ha deciso oggi il giudice dell’udienza preliminare che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Francesco Lentano e ha disposto il processo. La prima udienza - che vedrà l’immigrato sul banco degli imputati per lesioni personali gravissime - inizierà il 7 maggio prossimo.

L’extracomunitario - 33 anni, in Italia da dieci, domiciliato in un comune della Bassa e animatore in molte discoteche del centro e del nord Italia - era finito agli arresti per questo procedimento nel settembre scorso. Il provvedimento si basava sulla denuncia presentata da un ragazza che nel febbraio dell’anno scorso si era presentata al commissariato di Treviglio e aveva raccontato ai poliziotti di aver incontrato il senegalese in discoteca, di averlo frequentato per un po’ di tempo e di aver avuto con lui rapporti sessuali completi e non protetti fino a quando, qualche mese più tardi, aveva scoperto da un amico comune che il senegalese era affetto da Hiv. La giovane si era così sottoposta ad alcuni esami dai quali aveva scoperto di essere anche lei sieropositiva.

Da qui la denuncia: secondo la giovane, l’immigrato era a conoscenza del proprio stato di salute, ma non gliene aveva mai parlato e neppure si era preoccupato di usare delle protezioni durante i rapporti, in modo da evitare la trasmissione del virus. Il senegalese dal canto suo si è sempre difeso sostenendo di aver scoperto di essere sieropositivo soltanto da quando è finito in carcere, cioè in un periodo successivo a quello in cui aveva frequentato la ragazza.

Fra tre mesi si aprirà il dibattimento: il giovane africano si trova ancora in carcere, detenuto nell’ambito di questo procedimento e anche per un altro: anche alla Procura di Milano pende un fascicolo identico a quello bergamasco, su denuncia di un’altra giovane donna. Quest’ultima, anche lei affetta da Hiv, ha avuto dall’immigrato anche una bambina che, fortunatamente, non ha contratto il virus.

(02/02/2004)

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