Kilometro rosso: a settembre il via

Kilometro rosso: a settembre il viaIl 26 settembre verrà posta la prima pietra del Kilometro rosso. È stato annunciato ieri nel corso della presentazione della mostra al Teatro Sociale, alla quale è intervenuto anche Jean Nouvel, tra i maggiori architetti in Europa, accolto da un pubblico che stipava la Sala Curò e ascoltava anche all’esterno, in piedi, gli interventi, visibili su due monitor.

L’Italia - ha spiegato Alberto Bombassei, presidente della Freni Brembo e promotore dell’iniziativa - in futuro avrà sempre più attorno a sé un mondo di Paesi emergenti, con materie prime e manodopera a basso costo, e Paesi hi-tech davanti. Per fare il salto nel gruppetto di punta - anche qui in Bergamasca - bisogna investire in tecnologia.

Bombassei ha fatto l’esempio del Parco scientifico tecnologico di Stoccolma: «In un Paese come la Svezia, che ha più o meno gli stessi abitanti della Lombardia, in una ventina d’anni esso si è affermato come polo leader: nell’area industriale di Kista lavorano 90 mila specialisti nel settore "information technology" e delle telecomunicazioni, vi si trova concentrato più del 50% del potenziale di ricerca e sviluppo di quel Paese». Oggi accoglie oltre 350 aziende high-tech. «È solo un esempio - dice Bombassei - di ciò che accade quando una comunità moderna e intelligente crede nella tecnologia come mezzo per migliorare la qualità della vita. L’innovazione può essere una delle chiavi di successo di un’azienda, e se questo strumento è utilizzato da un grande numero di società e istituzioni può costituire un elemento di vantaggio competitivo di un territorio o di un’intera nazione».

Se ne parlerà in un convegno programmato il 3 giugno a Bergamo, alla presenza del ministro Moratti e del presidente di Confindustria D’Amato. In Italia gli investimenti per la ricerca sia pubblici sia privati sono scarsi: «L’Europa spende in questo campo meno del 60% rispetto agli Stati Uniti; l’Italia il 30% di quanto spende la Germania». Il Polo di Stezzano vorrebbe «stimolare le giuste occasioni affinché le piccole e medie imprese possano investire nello sviluppo, modificando la loro strategia industriale». Il presidente della Brembo ricorda che in Europa si laureano circa seimila studenti all’anno in tecnologie informatiche e della comunicazione, mentre i cinesi ne sfornano 200 mila: «Non ci resta molto tempo», commenta.

Si tratta ora di trovare i soggetti che entrino nel Polo tecnologico. Bombassei spera che oltre alle aziende e ai loro laboratori, all’Università e alla Camera di commercio, anche l’Unione industriali sia in prima linea. Il Comune di Bergamo si è buttato nell’impresa con molta convinzione - dice l’assessore all’Urbanistica Luigi Nappo - perché la ritiene «di grande significato, una prospettiva trainante del sistema Bergamo»; anche grazie alla «firma» di Jean Nouvel, «un progettista destinato a lasciare un’impronta significativa sul nostro territorio». Nappo spiega che da parte dei cittadini sono arrivate solo due osservazioni sul Kilometro rosso, segno che viene percepito come un progetto «sano e credibile». In città invece - ammette - il dibattito politico è stato «abbastanza caldo: ma i bergamaschi molto spesso si fanno del male da soli».

Jean Nouvel racconta di aver accettato l’incarico perché gli è sembrato un progetto «difficile e ambizioso», destinato a incidere sul piano urbanistico di Bergamo e non solo locale. Ha concepito il suo Kilometro rosso proprio come un «marchio» della città posto su quella importante vetrina pubblicitaria che è l’autostrada. Il suo muro vuole separare il caos della A4 dalla calma di un giardino tecnologico dominato dal verde: «Basta guardare alla vegetazione di Bergamo, così ricca; vogliamo sviluppare questo Parco come un esempio di "arte del paesaggio"». La stessa presenza della Brembo - chiarisce l’architetto - non sarà predominante: «Tutte le imprese verranno trattate in modo paritario, la Brembo avrà la stessa visibilità delle altre». Bombassei approva.

(09/05/2003)

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