Violenza su anziane, test del Dna per il tunisino

Violenza su anziane, test del Dna per il tunisinoMozzicone di sigaretta trovato in casa della seconda vittima: servirà per il confronto genetico

Esame del Dna per Ben Assine Gnar Ridha, il ventunenne tunisino in carcere da sabato scorso con l’accusa di aver aggredito in casa due anziane a Tagliuno – frazione di Castelli Calepio – abusando di loro.

Il profilo genetico dell’immigrato accusato di violenza sessuale e lesioni sarà confrontato con quello di alcune tracce di saliva ritrovate su un mozzicone di sigaretta che i carabinieri hanno recuperato sul luogo della seconda aggressione, avvenuta mercoledì scorso. Il reperto è già stato inviato al Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Parma che, nel giro di un paio di settimane, dovrebbe dare una risposta. L’accertamento verrà effettuato anche su altre tracce di sostanze organiche lasciate durante la prima violenza, commessa l’1 dicembre scorso, ma gli inquirenti confidano soprattutto nel mozzicone di sigaretta, dove le tracce di saliva lasciate da chi l’ha fumata sono più consistenti e consentiranno di effettuare un confronto senza difficoltà.

Ora l’extracomunitario si trova nel carcere di via Gleno dove, nelle prossime ore, sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di convalida del fermo disposto dal pubblico ministero Carmen Pugliese. Il magistrato inquirente non ha interrogato Ben Assine, la cui difesa è affidata, d’ufficio, all’avvocato Enrico Pollini, che lo ha assistito durante le fasi del riconoscimento.

Contro Ben Assine – fino a questo momento – ci sono i riconoscimenti da parte di entrambe le vittime, due anziane signore, di 85 e 78 anni, che hanno individuato il giovane come l’uomo che le aveva aggredite, indicandolo tra altri tre connazionali. Il riconoscimento è avvenuto nell’apposita sala dotata di specchi speciali che consentono a chi sta in una stanza accanto di poter osservare i sospettati senza il timore di essere visto da quest’ultimi.

Gli investigatori – i carabinieri della stazione di Grumello del Monte e del Nucleo operativo di Bergamo – sono arrivati a Ben Assine grazie a un identikit tracciato sulla base delle indicazioni fornite dalle due pensionate e sondando il terreno tra gli immigrati della zona. Gli inquirenti, sin dall’inizio, sono stati convinti di non dover cercare molto lontano dal luogo delle violenze, dal momento che chi aveva agito aveva dimostrato di conoscere le abitudini delle vittime: le aggressioni erano avvenute entrambe in casa in ore serali, nel primo caso l’uomo si era intrufolato nell’appartamento quando il figlio della vittima era uscito, nel secondo la donna viveva da sola.

Un particolare è stato importante, sia nel tracciare il profilo dell’aggressore sia nell’assumere informazioni tra gli immigrati e infine anche per il riconoscimento: entrambe le vittime avevano fatto riferimento a uno straniero dalla chioma piuttosto folta. Una volta stilato l’identikit e raccolte le confidenze di alcuni immigrati, i militari si sono presentati in un condominio di via Dei Mille a Tagliuno di Castelli Calepio, vicino al supermercato Ld, dove c’era Ben Assine con altri tre connazionali. I quattro sono stati portati al comando provinciale, dove è avvenuto il riconoscimento del giovane tunisino.

(12/01/04)

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