Marco Cavagna, di Treviolo, invece era un vigile del fuoco, medaglia d'argento per aver estratto vivo un giovane dalle macerie nel 1997 ad Albano Sant'Alessandro. All'Aquila, mentre stava iniziando a lavorare come soccorritore, fu stroncato da un malore.
Ricordare queste due persone per le loro comunità d'appartenenza è diventato un dovere e allo stesso tempo un'occasione per riflettere sulla coesione in una società civile: ecco perché le amministrazioni comunali di Cerete e Treviolo hanno voluto organizzare la manifestazione, durante la quale il ricordo di Alice e Marco è sembrato più vivo che mai.
L'iniziativa è stata organizzata in modo che non si chiudesse soltanto sulla memoria di ciò che è stato, ma anzi gettasse il seme per costruire un futuro migliore. Da poco più di un anno Cerete, Treviolo e L'Aquila sono unite da un filo di dolore, ma su questo filo è stata riannodata la speranza: dopo la scomparsa di Alice l'intera comunità di Cerete si è mobilitata con tante iniziative di solidarietà rivolte all'Abruzzo.
A fare l'elenco di scuole, associazioni, gruppi sportivi, gruppi di mamme o di anziani, si rischia di dimenticare qualcuno. A tutti loro si rivolge il sindaco, Adriana Ranza: «Sono orgogliosa di rappresentare questa cittadinanza, che si è mobilitata in mille modi per favorire la ricostruzione».
Da tutto questo fermento è nato anche un gemellaggio fra la scuola di Cerete e la scuola primaria «Duccio di Ranallo» di Coppito, frazione dell'Aquila. Nel paese della Val Borlezza sono stati raccolti quasi 7.000 euro: sul palco i bambini hanno esibito con orgoglio un assegno colorato al quale verrà aggiunto il contributo del Comune di Treviolo.
Una delegazione con Pasqua Epis, la mamma di Alice, andrà a Coppito per consegnare i fondi alla scuola, che fa capo all'istituto comprensivo «Amiternum» del capoluogo abruzzese. Dai bambini delle elementari di Cerete, che hanno incontrato la signora Epis, è arrivato un altro messaggio: «Non abbiamo conosciuto Alice, ma adesso sappiamo che anche le persone che non ci sono più possono parlare di vita».
La mamma di Alice ha ringraziato tutti: «Si deve guardare al futuro. Ci rimane solo la speranza». E Simonetta, la moglie di Cavagna: «Non mi aspettavo una partecipazione così numerosa: tante autorità hanno voluto rendere omaggio a mio marito e ai volontari che hanno lavorato in Abruzzo. Iniziative come queste sono molto importanti, perché i miei figli sono piccoli e il rischio è che tutto sia dimenticato».
Per adesso può stare tranquilla: il figlioletto del vigile fuoco morto all'Aquila, vedendo le immagini scorrere sullo schermo, si è alzato in mezzo a tutti a dire: «Quello è mio papà». E a sentire queste parole si sono commossi anche i vigili del fuoco di Bergamo, che erano scesi all'Aquila con lui: «Marco era un grandissimo - racconta Gianmario Gnecchi, funzionario del Comando provinciale - specie nella ricerca di persone in maceria».
Durante la cerimonia il legame con l'Abruzzo si è fatto sentire sul serio: grazie a un collegamento radio gestito dalla sezione di Bergamo dell'Associazione radioamatori italiani, dalle casse stereo uscivano parole di una dolcezza disarmante: «Vorremmo essere lì - dicevano la dirigente Paola Giagnacovo e l'insegnante Stefania Carducci della scuola di Coppito - e stringervi la mano». Come si fa con un amico che ha pianto con noi, perché l'ultimo segnale arriva forte e chiaro: «Alice e Marco li portiamo nel cuore».
Giuseppe Arrighetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA