Il processo agli ex «Ros»:
il pm chiede 133 anni di carcere

«Il generale Gianpaolo Ganzer promosse e diresse un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato e al falso deviando gravemente dai suoi compiti istituzionali». Con queste parole il pm di Milano Luisa Zanetti ha chiesto la condanna a 27 anni del comandante del Ros dei carabinieri Gianpaolo Ganzer imputato insieme ad altre 23 persone (tra cui uomini dell'ormai disciolto Ros bergamasco) per una serie di presunte irregolarità in operazioni, soprattutto nel settore droga, di contrasto alla criminalità organizzata avvenute negli anni Novanta. «Emerge una larghissima prova della responsabilità degli imputati a cominciare da Ganzer», ha aggiunto il pm.

In totale sono state chieste diciotto condanne tra 5 e 27 anni di reclusione al processo a carico di un gruppo di ufficiali e sottufficiali dei carabinieri e trafficanti di droga per complessivi 133 anni di carcere. La pena più alta per l'attuale comandante del Ros dei carabinieri, Giampaolo Ganzer, e per Mario Obinu. La pesantezza delle richieste di pena è stata spiegata con quello che prevede il codice. Impossibile chiedere meno di 24 anni con l'aggravante dell'associazione armata, sono state le parole della rappresentante d'accusa.

I fatti vanno dal 1994 in poi. L'inchiesta nacque a Brescia, poi fu trasferita a Milano a causa della presenza tra gli indagati del magistrato Mario Conte (processato a parte). Il fascicolo finì a Bologna perché Milano si dichiarò incompetente a favore dei colleghi del capoluogo emiliano. La Cassazione infine decise che a indagare doveva essere Milano.

«Il mio assistito è stato trattato peggio di un narcotrafficante. Ancora non ho parlato con lui, perché è scappato via durante il processo in quanto ha operazioni in corso. In questi anni ha fatto l'imputato part-time». Così l'avvocato Tiburzio De Zoani, difensore di Ganzer.

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