Laghi e fiumi, acque pericolose
«Insidiosi anche 30 cm di acqua»

Laghi e fiumi della provincia nella stagione estiva diventano la meta di migliaia di bergamaschi in cerca di un luogo per tuffarsi e trascorrere qualche ora di relax, magari in attesa di poter partire per una vacanza più lunga al mare. Ma in acqua basta un piccolo malore, una banale caduta, un bagno dove la corrente è più forte per trasformare un momento di svago in una situazione di pericolo.

Anche con conseguenze tragiche, come hanno raccontato tante volte le cronache degli ultimi anni. Come evitare rischi? A spiegarlo sono i soccorritori del gruppo «Bergamo Scuba Angels», squadra di tecnici specializzati che da oltre dieci anni si occupa di salvataggio in acqua e istruzione subacquea, gestendo tra l'altro i servizi di soccorso in molte importanti competizioni di motonautica italiane e mondiali.

«In molti casi - spiegano Fabrizio Boffi e Donato Brandolini, rispettivamente presidente e consigliere dell'associazione Bergamo Scuba Angels - gli incidenti sono provocati da una conoscenza superficiale dell'acqua e dalla sopravvalutazione delle proprie capacità: troppo spesso ci si tuffa senza prestare la giusta attenzione, per esempio, alle correnti o alle caratteristiche dei fondali; e altrettanto spesso lo si fa con la convinzione che bastino un paio di bracciate per ritornare a riva in caso di problemi».

Ma in acqua tutto è più complicato: «Per rendersene conto - entrano nel dettaglio i due soccorritori bergamaschi - basta pensare che in appena 30 centimetri d'acqua con la corrente una persona ha difficoltà a restare in piedi. Se ci si trova in un fiume, dove il fondale spesso è costituito da pietre viscide, il pericolo di scivolare ed essere trascinati via è evidente». Leggi di più su L'Eco di sabato 19 giugno.


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