Formigoni: rivedere la manovra
per riproporzionare i tagli

Il Governo ha convocato per mercoledì il tavolo di confronto con le Regioni al Ministero dell'Economia, con all'ordine del giorno la discussione sulla manovra. Nel frattempo il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato con i soli voti della maggioranza e l'astensione dell'Udc (contrari centrosinistra e IdV) l'Ordine del giorno di Lega e PdL che invita il presidente Formigoni a presentare proposte di modiche al decreto per mantenere nel bilancio dello Stato tutte le risorse necessarie alle piena attuazione del federalismo fiscale, per non diminuire il Fondo sanitaro nazionale (come definito nel patto della salute) e per prevedere meccanismi di premialità a favore delle Regioni con parametri finanziari virtuosi, soprattutto all'interno delle regole del patto di stabilità.

A margine del voto, Formigoni - ribadendo la piena convinzione sua e del centrodestra sulla necessità di attuare il federalismo («Siamo innamorati del federalismo») - ha stigmatizzato il voto contrario dell'opposizione («Sono stati timorosi, in altre Regione hanno votato a favore delle proposte del centrodestra»). Di tutt'altro parere il capogruppo del Pd, Nicola Gaffuri, che ha definito il docmento del centrodestra «timoroso e frutto di un accordo interno alla maggioanza».

Nel corso del dibattito, dai banchi dell'oposizione sono state avanzate critiche alla maggioranza, in particolare alla Lega come partito di lotta e di governo, per una finanziaria che rende di fatto impossibile il ferdealismo fiscale.

Intervenendo martedì pomeriggio in Consiglio regionale al dibattito sulla manovra economica, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, è tornato a sottolineare la necessità di "riformulare" la manovra stessa e di riproporzionare i tagli previsti tra tutti i livelli di Governo (Stato, Regioni, Province, Comuni), riconoscendo allo stesso tempo "la necessità assoluta della manovra a tutela dei nostri cittadini e della nostra economia", senza mettere in discussione l'entità del provvedimento economico che "è il Governo del Paese, avendo i conti in mano, a dover stabilire". "Le Regioni italiane e la Lombardia in particolare - ha spiegato Formigoni - sono pronte a fare per intero la propria parte. Non vogliamo sottrarci in alcun modo alle nostra responsabilità. La stessa posizione è stata espressa dai Comuni e dalle Province, con cui sono costantemente in contatto".

Proprio lunedì Formigoni ha incontrato il presidente dell'Anci Lombardia, Attilio Fontana e nei giorni scorsi gli Uffici di presidenza di Anci e Upl. "Siamo uniti - ha aggiunto Formigoni - nella volontà di fare la nostra parte e allo stesso tempo di portare avanti le ragioni dei nostri cittadini. Se c'è un ente riconosciuto come virtuoso in Italia questo è Regione Lombardia che ha già diminuito in tutti questi anni la spesa pubblica, drasticamente ridotto sprechi e diseconomie e sta procedendo in questo senso". A questo proposito Formigoni ha ricordato come la Regione abbia già chiesto ai cittadini di fare sacrifici per rispettare gli obblighi di bilancio, introducendo ad esempio il ticket sulla sanità, il che ha permesso insieme ad altre misure, di avere in conti in pareggio dal 2003, unica Regione in Italia. I ticket, una volta raggiunto l'equilibrio di bilancio, sono poi stati tolti.

"Vogliamo continuare a essere esempio di virtuosità - ha spiegato ancora Formigoni - ma vogliamo farlo in maniera appropriata e proporzionata rispetto agli altri livelli di governo. Per questo torno a sottolineare la necessità di riformulare la manovra e ripartire in maniera diversa i tagli per i quattro livelli di Governo ad esempio chiedendo a tutti la stessa percentuale di sacrifici". Alle Regioni a statuto ordinario, ha ricordato Formigoni, viene chiesto di sostenere il 50% della manovra. Lo stesso presidente ha anche segnalato un "errore di metodo" nella presentazione del provvedimento da parte del Governo che, non più tardi dello scorso anno, si era impegnato a presentare la manovra ala Conferenza Stato Regioni, mentre la modalità del decreto "ha impedito il confronto".

Secondo Formigoni, la necessità di riparametrare la manovra deriva anche dalla considerazione che, esaminando i bilanci dei diversi livelli di governo, quello delle Regioni risulta essere il più virtuoso, avendo diminuito in questi anni l'indebitamento del 6,21% mentre le amministrazioni centrali lo hanno aumentato del 10,87%. La performance delle Regioni è tanto più significativa se si pensa che il -6,21% si riferisce alla totalità delle Regioni, alcune delle quali hanno anche aumentato l'indebitamento. Formigoni ha anche espresso la sua soddisfazione per il fatto che sia dal Governo sia dal Parlamento sono arrivati segnali chiari sulla necessità di riformulazione della manovra. E proprio per discutere di questo, il Governo ha convocato per domani sera il tavolo di confronto con le Regioni. "Ci aspettiamo - ha commentato Formigoni - cambiamenti significativi".

Il presidente ha anche ribadito la necessità di attuare il federalismo e il federalismo fiscale: "Noi vogliamo dare la nostra collaborazione agli altri organi di Governo perché il cammino del federalismo e del federalismo fiscale possa realizzarsi". Rispondendo ad un quesito sulle spese delle sedi di rappresentanza di Roma e Bruxelles, Formigoni ha chiarito che la Regione ha già provveduto a diminuirle. Sono infatti passate dai 474.000 euro del 2004 ai 245.000 euro del 2006 (con un taglio del 50%) e da allora non sono più aumentate, nonostante l'inflazione. "D'altra parte - ha concluso Formigoni - è importante avere un presidio a Roma e Bruxelles. Non è affatto un lavoro inutile quello che i nostri funzionari svolgono, organizzando ad esempio numerosissimi incontri istituzionali per aziende, centri culturali, Ong e così via che vengono supportati nel dialogo con le autorità nazionali ed europee".

Il segretario regionale del PD Maurizio Martina rimanda al mittente le accuse rivolte dal presidente Formigoni all'opposizione dopo il voto contrario all'ordine del giorno della maggioranza sulla manovra. Il PD aveva presentato un proprio testo, che indicava nella superamento delle prefetture e della Provincia di Milano, con la contestuale istituzione della città metropolitana, nella vendita di Ferrovie Nord Milano e nel trasferimento a Comuni e Province delle sedi militari dimesse. “L'approvazione dell'ordine del giorno della maggioranza – dichiara Martina - è un vero passo indietro rispetto a quanto detto da Formigoni nelle scorse settimane. Il Centrodestra è in evidente imbarazzo e per questo ha mancato di coraggio, rimanendo schiavo delle logiche romane. Ha presentato e approvato un documento annacquato, molto meno incisivo delle richieste avanzate in queste settimane”. “Ricordo al Presidente – continua il segretario PD, rispondendo direttamente a Formigoni - che se si è discusso in Consiglio regionale è merito dell'opposizione, che ha chiesto e ottenuto la convocazione di una seduta straordinaria sulla manovra. Ma il Consiglio aveva il dovere di dare risposte alle preoccupazioni dei sindaci che erano presenti in Aula, ai cittadini e alle imprese che temono di vedersi tagliati i servizi. Il documento di PdL e Lega è una mediazione al ribasso, fatta di dichiarazioni di principio non impegnative e congegnata solo per tenere insieme la maggioranza. Non uno, ma dieci passi indietro sono stati fatti, Formigoni non poteva certo pretendere che votassimo un documento del genere”.

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