Comunità montane: per i sindacati vanno tutelate

Le Segreterie Territoriali di Cgil, Cisl ed Uil chiedono alle forze politiche bergamasche di salvaguardare «il lavoro e la storia della nostra comunità». L’occasione è la polemica in corso sull’accorpamento delle comunità montane e congiuntamente i sindacati criticano il «centralismo» della Regione e si preoccupano che siano salvaguardati i servizi e le attività avviati sul territorio.Una preoccupazione già manifestata - si legge in un comunicato dei sindacati - «in occasione del confronto aperto tra i comuni dell’Alta Valle Seriana sul ruolo e sui confini territoriali di quella Comunità Montana». I sindacati ricordano le esigenze di risparmio che richiamate per giustificare gli accorpamenti previsti dal disegno di legge regionale che indica la riduzione delle Comunità montane lombarde da 30 a 23. Cosa che comporta, nella nostra provincia, che dalle 8 attuali si scenda a 5, con l’accorpamento della Valle di Scalve con la Valle Seriana Superiore, quello della Valle Seriana Inferiore con la Valle Cavallina ed infine quello tra Alto e Basso Sebino.Nello stesso tempo i sidacati sottolineano il ruolo importante delle Comunità montane che negli anni «hanno sviluppato sul territorio una rete di servizi alla persona che interessano gli ambiti dell’assistenza, dell’istruzione e della cultura con offerte di alta qualità, ma anche alle imprese che, così, hanno potuto mantenere un ruolo chiave nel tessuto economico di queste comunità. Tutti servizi, questi, che non sarebbe stato possibile realizzare in molti dei singoli comuni». Cgill, Cisl è Uil di Bergamo - spiega il comunicato - «non possono concordare su scelte che vogliono risparmiare in periferia per non turbare il centro, proprio quando al centro del dibattito politico c’è il federalismo, senza dimenticare che i “centri di costo” che più incidono sulla spesa pubblica sono altrove, e che il risparmio stimato da questa operazione, per tutta la Lombardia, è di 4 milioni e 345 mila euro».La preoccupazione dei sindacati è che «non si sia tenuto conto del pericolo che accorpamenti guidati dall’alto possano provocare un abbassamento di questi servizi, nati e consolidati dalla continua ricerca delle migliori risposte ai bisogni, sostenuti da fondi sussidiari finanziati dagli stessi Comuni, per popolazioni e aree oggi ben definite con una propria identità territoriale destinata – se il disegno di legge rimane tale – ad essere radicalmente modificata».Da qui l’invito alle forze politiche, «ai parlamentari ed ai consiglieri bergamaschi» perché «nei tempi ancora possibili» si impegnino «affinché nella discussione conclusiva della riforma siano salvaguardati il lavoro e la storia della nostra comunità».(13/09/2008)

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