Attività venatoria in Lombardia
Lega e Pdl disertano, nuovo rinvio

Rinvio a settembre per il progetto di legge (relatore il capogruppo dell'UdC Gianmarco Quadrini) che disciplina le regole per l'esercizio dell'attività venatoria lombarda per la stagione 2010-2011, frutto di un progetto di legge presentato e sottoscritto dallo stesso Quadrini, da Valerio Bettoni (UdC) e dal presidente della Commissione Carlo Saffioti (PdL), il cui obiettivo era quello di regolamentare e autorizzare la caccia in deroga.

Dopo l'illustrazione del relatore, è infatti venuto meno il numero legale per il permanere sui banchi della Commissione dei soli Carlo Saffioti (PdL), Valerio Bettoni e Gianmarco Quadrini (UdC), Gian Antonio Girelli e Mario Barboni (PD). In pratica tutti i consiglieri di Lega e Pdl (Saffioti escluso) hanno abbanonato l'aula, ufficialmente perché dopo la condanna dell'Italia da parte dell'Europa per la legge lombarda sulla caccia in deroga  è necessaria una pausa di rilfessione.

Una situazione che ha dato luogo ha un duro intervento del consigliere Valerio Bettoni, che ha accusato i consiglieri di maggioranza, in particolare quelli della Lega Nord, di «grave mancanza di serietà» e di non mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Sulla stessa lunghezza d'onda anche gli interventi di Quadrini, Girelli e Barboni, che, pur apprezzando l'atteggiamento del presidente Saffioti, hanno però accusato la maggioranza di non volersi prendere le proprie responsabilità preferendo abbandonare i lavori senza confrontarsi sui problemi.

«Il Veneto guidato dal leghista e ex ministro Zaia – ha detto Barboni - ha approvato ieri la legge sulla caccia in deroga, perché la Lombardia si rifiuta di fare altrettanto?». Il presidente Carlo Saffioti, tra i firmatari del progetto di legge, ha auspicato che una soluzione condivisa e positiva possa essere trovata per l'inizio di settembre: «Da una decina di anni a questa parte – ha detto Saffioti - Regione Lombardia ha sempre garantito l'esercizio della caccia in deroga. Alla luce delle sentenze europee intervenute, ora però occorre forse un momento di riflessione e approfondimento tecnico: abbiamo il tempo per le valutazioni e gli approfondimenti del caso, mi auguro che si possa arrivare a portare in Consiglio regionale per la seduta del 14 settembre un provvedimento condiviso che superi ogni eventuale dubbio di legittimità».

Via libera invece in Commissione “Agricoltura” presieduta da Carlo Saffioti (PdL) al provvedimento (relatore Dario Bianchi della Lega Nord) che consente l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province, e dalle stesse distribuite ai cacciatori. Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo 1.548 esemplari di allodola, 11.318 di cesena, 4.206 di merlo, 21.060 di bottaccio e 10.444 di sassello, per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a 48.576 (quasi seimila in meno rispetto alla precedente stagione).

La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 20mila esemplari complessivi, seguita da Bergamo con 18.105 capi, Lecco-Sondrio con 4.900, Como con 1.650 e Varese con 1.450.

La Commissione ha approvato con i soli voti contrari di Giovanni Pavesi e Francesco Prina (PD) anche due emendamenti presentati dal Consigliere regionale Mauro Parolini (PdL) che introducono alcune modifiche alla legge regionale n.26/93 che regola l'attività venatoria lombarda, in particolare per quanto concerne gli ambiti territoriali di caccia e i comprensori alpini. I cacciatori residenti in Lombardia, già iscritti nella stagione precedente ad ambiti territoriali o comprensori alpini di caccia regionali diversi da quello di residenza anagrafica, avranno ora diritto alla permanenza associativa, confermando la propria iscrizione attraverso il solo pagamento della quota entro il 31 marzo di ogni anno.

«In particolare per la stagione venatoria 2010-2011 –ha spiegato Parolini- i cacciatori lombardi soci nella stagione venatoria precedente di ambiti o comprensori alpini di caccia regionali diversi da quello di residenza, manterranno il diritto alla permanenza associativa procedendo al versamento della quota entro 15 giorni dalla pubblicazione della legge. In questo modo – ha concluso Parolini - consolidiamo e stabilizziamo la situazione esistente, dando regole certe e chiare e concedendo nuove possibilità di mobilità solo ai nuovi cacciatori e ai giovani».

Infatti i neo cacciatori avranno diritto a essere associati nello stesso ambito territoriale o comprensorio alpino di caccia e a esercitare la stessa specializzazione venatoria dell'accompagnatore, mantenendo nelle stagioni successive il diritto di permanenza negli stessi luoghi. I figli di associati non residenti hanno sempre il diritto di cacciare insieme al genitore, nella stessa specializzazione e negli stessi luoghi di ammissione. Soddisfazione è stata espressa dal presidente Carlo Saffioti (PdL), che ha evidenziato la bontà del provvedimento che «con la nuova formulazione evita il rischio di interpretazioni difformi tra le varie provincie lombarde, riconoscendo i diritti dei cacciatori nel rispetto degli equilibri territoriali di caccia».

Su sollecitazione di Gian Antonio Girelli (PD) e Valerio Bettoni (UdC), Saffioti si è poi impegnato a chiedere all'Ufficio di Presidenza che il provvedimento approvato oggi in Commissione possa essere iscritto all'ordine del giorno del Consiglio regionale già nella prima seduta utile di fine luglio successiva alla sessione di bilancio, senza attendere la seduta del 14 settembre. Dario Bianchi (Lega Nord) e Mario Barboni (PD) hanno infine auspicato una revisione generale della legge n.26, «tenendo conto che risale al lontano 1993 e va quindi aggiornata alla luce delle mutate esigenze e richieste manifestate dal mondo venatorio lombardo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA