L'elogio di Ilario Testa
del professor Stefano Paleari

Pubblichiamo il testo integrale dell'elogio di Ilario Testa pronunciato dal Prof. Stefano Paleari della Facoltà di Ingegneria in occasione del conferimento della Laurea honoris causa

Magnifico Rettore, Autorità tutte, Signore e Signori,
sono particolarmente grato ai colleghi della Facoltà di Ingegneria e al Magnifico Rettore per avermi chiesto di motivare pubblicamente le ragioni del riconoscimento a Ilario Testa della laurea honoris causa in Ingegneria Gestionale. Due le ragioni che ci vengono offerte: l'originalità del suo percorso professionale l'opportunità di trarre ispirazione per riflessioni di carattere generale che riguardano sia lo sviluppo del nostro territorio che il ruolo dell'Università. Ilario Testa è attualmente Presidente della Sacbo, la società che gestisce le attività dell'aeroporto di Orio al Serio, a oggi il 7° in Italia per passeggeri trasportati, il 5° per unità di traffico, cioè tenuto conto anche del movimento merci. Gli aeroporti che precedono Bergamo-Orio al Serio sono a Milano, Roma e Venezia. I passeggeri trasportati nel 2005 hanno raggiunto la soglia dei 5 milioni.

L'esperienza professionale di Ilario Testa è ampia e al tempo stesso singolare, si svolge in Italia, poi all'estero e quindi di nuovo in Italia. Inizia nell'industria e prosegue nei servizi, percorre le gerarchie dell'organizzazione dai livelli di ingresso fino alle massime responsabilità. Quattro le fasi più significative, delle quali le prime tre all'interno dello stesso gruppo societario, la Dalmine di Agostino Rocca. Nel 1939 la Dalmine lo assume come impiegato all'Ufficio Vendite. Ilario Testa inizia da questo gradino un percorso che, superata la seconda guerra mondiale, lo condurrà al diploma e alla scelta di allontanarsi dalla Dalmine per affiancare Agostino Rocca. Rocca, nel 1946, lascia la carica di amministratore delegato della Dalmine, si trasferisce in Argentina e fonda la Techint, dove Testa viene assunto nell'area commerciale presso la sede milanese. E' una fase che si svolge nell'Italia del “miracolo economico” e che porta Ilario Testa ad occupare posizioni di sempre maggiore responsabilità fino alla decisione di iniziare una lunga esperienza all'estero.

Nel 1961 Ilario Testa si trasferisce in Argentina in qualità di amministratore delegato della Dalmine Siderca di Campana, a nord di Buenos Aires. Diverse sono le esperienze manageriali del periodo trascorso all'estero e non va dimenticata la sua partecipazione alla vita e alle iniziative della comunità italiana in Argentina. Una presenza riconosciuta più volte dalle onorificenze che la Repubblica Italiana ha voluto attribuirgli. Nel 1980 il ritorno in Italia per assumere la carica di amministratore delegato della Dalmine. Un approdo a una terza fase chiaramente molto appagante sotto il profilo professionale e personale.

Ilario Testa ha percorso in azienda tutta l'organizzazione fino alle massime responsabilità. Il periodo vede comunque Testa fronteggiare la sfida dell'efficienza anche in relazione all'impulso della concorrenza internazionale. La Dalmine di quel periodo vanta 7 unità produttive e 11.000 addetti. Nel 1993 la scelta di mettere competenze e impegno al servizio del territorio: Ilario Testa viene nominato presidente della Sacbo, posizione che occupa tuttora. Sotto la gestione di Ilario Testa i passeggeri trasportati passano da poche centinaia di migliaia a oltre 5 milioni. Dal luglio 2004 Testa è anche presidente delle Cliniche Humanitas Gavazzeni. La lettura del percorso professionale di Ilario Testa e del contesto in cui si svolge si presta ad alcune riflessioni che, al tempo stesso, costituiscono parte integrante delle motivazioni del conferimento di questa laurea. La prima considerazione è che oggi è stato apprezzato un percorso di tipo manageriale e di rilevanza per lo sviluppo del nostro territorio.

La letteratura economica si è più volte soffermata sul rapporto manager-imprenditore e sugli incentivi che legano l'operato dell'uno e dell'altro. L'imprenditore non è mai solo un fornitore dello spunto iniziale e, tra gli altri, di capitali, né il manager si limita a un ruolo di semplice “ottimizzatore”. È d'obbligo constatare la linea di continuità tra le due figure nelle organizzazioni che crescono. Nei casi di successo, imprenditore e manager esprimono la cosiddetta “leadership”, ovvero l'attitudine all'indirizzare, motivare, guidare un'organizzazione verso traguardi difficilmente immaginabili in sua assenza.

Ilario Testa ha saputo esprimere non solo azione e operatività, qualità prettamente manageriali, ma anche intuito, capacità di governo, guida, caratteristiche tipiche dell'imprenditore. E questo indipendentemente dalla presenza dell'azionista pubblico o di quello privato, in Italia come all'estero, in giovane età o in piena maturità. La fondatezza di queste argomentazioni si ritrova nella sua esperienza professionale di manager tenace ed esigente, a cominciare con se stesso, ma anche capace di influenzare le strategie, le opinioni e i comportamenti oltre che di dare concretezza operativa alle scelte intraprese dall'organizzazione. La seconda considerazione riguarda il concetto che in letteratura è definito con il termine di serendipity. Il presentarsi cioè di un'opportunità inattesa e la capacità di coglierla in positivo, lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra.

Ma il termine non indica solo fortuna: per cogliere l'indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative. Soffermiamoci sull'esperienza più recente di Ilario Testa, quella con Sacbo. Lo sviluppo di Sacbo, come già ricordato, è stato davvero impressionante e non immaginabile solo qualche anno fa. In gran parte esso è dipeso dalla nascita e dallo sviluppo dei vettori low cost i quali hanno colto le opportunità offerte dal processo di liberalizzazione nel settore aereo. Si pensi che la quota di mercato sul traffico europeo delle compagnie low cost è passata dal 5% del 2000 al 20% del 2005, senza che si verificasse una riduzione dei volumi trasportati dalle compagnie tradizionali. Non tutti gli aeroporti sono stati, tuttavia, in grado di cogliere in ugual modo questi nuovi eventi. In Europa vale la pena ricordare oltre a Orio anche Stansted e Valencia. Insieme a rilevanti condizioni al contorno, tra cui l'indirizzo positivo dato dagli azionisti della società, sono indiscutibili e non meno rilevanti i meriti di chi ha gestito il processo di sviluppo sotto il profilo manageriale.

Dietro il successo di molte organizzazioni si ritrovano momenti nei quali la serendipity, come atteggiamento, viene praticata consapevolmente e, più spesso di quanto non si creda, è determinante. Sacbo e il suo management non fanno eccezione, così come il gruppo Tenaris, di cui la Dalmine è parte e che ancora oggi ricorda la serendipity nell'attività dei fratelli Mannesman, inventori nel 1885 di un processo innovativo per la produzione di tubi senza saldatura. Il percorso professionale di Ilario Testa bene si coniuga con riferimento sia alla leadership sia alla serendipity. Sono situazioni e attitudini che si coltivano e si rendono fertili nelle scelte professionali meno accomodanti. Vorrei qui rivolgermi agli studenti che, invece, raggiungono la loro laurea attraverso un percorso tradizionale. Non dimentichino che se vogliono guidare con successo le organizzazioni, economiche o sociali, pubbliche o private, devono affermare la leadership e cogliere le opportunità, anche le più casuali.

Questo significa affrontare le scelte più difficili, quelle che Ilario Testa ha fatto spendendo molti anni all'estero, gestendo organizzazioni pubbliche e private. Quelle che oggi vedono come riferimenti l'Europa, la Cina e l'India, che valorizzano le sinergie tra competenze scientifiche, tecnologiche e umanistiche, che vedono i confini come orizzonti e non come limiti. È confortante pensare che dallo scorso anno alcuni dei nostri giovani laureandi hanno chiesto di svolgere la loro tesi di laurea presso università cinesi e indiane. Una terza considerazione è di carattere generale e risponde al quesito su quanto il nostro operato incida sul risultato di un'organizzazione e quanto, a sua volta, quello di un'organizzazione si rifletta sul sistema economico, in particolare su quello circostante.

Si tende spesso a sottovalutare tale aspetto ed è questo ciò che impedisce, come si suol dire, di “fare sistema”, nel senso positivo del termine, di sfruttare appieno le potenzialità. Fare sistema vuol dire interrogarsi sul ruolo che l'organizzazione a cui apparteniamo può svolgere per il sistema economico e iniziare a muoversi. È un approccio in avanti per nulla di natura difensiva. È un punto che accomuna sia società come la Dalmine e la Sacbo, sia un'istituzione come l'Università, la nostra Università. Si tratta certamente di organizzazioni che sono cresciute a tassi sorprendenti negli ultimi anni e che hanno potenziato la “capacità di attrazione” del nostro territorio.

Credo che questo sia molto, che sia costato un grande sforzo, che onori chi l'ha condotto, ma che, a mio avviso, non basti. La sfida ormai per i territori è tra essere “area di passaggio” o “area di insediamento”. Il territorio bergamasco, povero all'inizio del secolo scorso, si è sviluppato grazie all'insediamento di un sistema capillare di imprese, prevalentemente industriali. Oggi dobbiamo fare in modo che i luoghi di attrazione, dei viaggiatori (nel caso di Sacbo ) e dei giovani in cerca di formazione (nel caso dell'Università), siano al tempo stesso luoghi di insediamento, stabili ancorché dinamici, cioè basati sullo scambio con altre realtà. È necessario assumere una responsabilità sociale e farsi carico non solo della propria crescita ma anche della crescita del sistema a cui si appartiene affinché l'identità stessa delle organizzazioni trainanti si rafforzi.

Non penso tanto al cosiddetto “indotto”, che è una rilevante appendice della crescita delle organizzazioni madri, quanto a iniziative di riconoscimento per il territorio. So bene che non mancano, ma non sono sufficienti vista la competizione che è in atto anche da parte di territori vicini. Il successo di ogni organizzazione è pieno se riverbera nuove forme di sviluppo economico e sociale che si affiancano a quelle esistenti. D'altro canto, gli studiosi distinguono tra crescita e sviluppo. Lo sviluppo è il traguardo più nobile di ogni percorso di crescita, si misura anche quando la crescita rallenta, si arresta o muta. Fa riflettere la rilevanza che ebbe nei secoli a venire per la Lombardia il periodo trascorso da Leonardo da Vinci alla corte di Ludovico il Moro tra il 1482 e il 1499: i dipinti, le opere di ingegneria idraulica e di architettura, lo studio del territorio, della natura e dei paesaggi. Quegli anni di Leonardo lasciarono molte delle cose che ancora oggi ammiriamo.

Anche allora sembrò una scelta azzardata: Ludovico il Moro, infatti, faticò non poco prima di far accettare Leonardo alla comunità artistica lombarda. Il desiderio di confronto e di scambio, per il quale oggi usiamo sovente il termine di globalizzazione, all'epoca riconducibile al coraggio di singoli mecenati, è oggi sempre più un fenomeno indotto da città e territori, da Università, da imprese che si pongono in rete. La capacità di attrarre è una sfida che, insieme ai riconoscimenti professionali, ci sentiamo di proporre a chi come Ilario Testa ha il compito di guidare una società come Sacbo e ad altri, manager, imprenditori, uomini delle Istituzioni in analoghe posizioni di responsabilità, e a noi tutti, naturalmente, dentro l'Università. C'è un proverbio che recita “L'esperienza è il tipo di insegnante più esigente. Prima ti fa l'esame poi ti spiega la lezione”. Noi crediamo che Ilario Testa che, lo ricordo ora per sottolineare tutto il suo valore umano e simbolico, fu avviato al lavoro all'età di 14 anni, abbia davvero superato con successo tutti gli esami cui l'insegnante “esperienza” ha voluto sottoporlo.

La Facoltà di Ingegneria si è espressa unanimemente per l'assegnazione del riconoscimento. Mi pregio di invitare il Magnifico Rettore dell'Università, il prof. Alberto Castoldi, a procedere nella proclamazione della laurea honoris causa in Ingegneria gestionale a Ilario Testa.

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