Il cromo nell'acqua della Bassa
Pronto il piano di depurazione

La «Cromoplastica», l'azienda individuata dall'Arpa (agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) come la fonte dell'inquinamento della falda acquifera in cinque Comuni della Bassa Bergamasca (Verdellino, Arcene, Ciserano, Treviglio e Castel Rozzone), ha inviato a tutti gli enti interessati un piano di lavoro al fine, come si legge sul documento, di «realizzare interventi efficienti dal punto di vista del disinquinamento della falda».

Piano che però è stato accolto con freddezza soprattutto dai Comuni, timorosi che la sua eventuale attuazione possa in qualche modo interferire con il progetto di bonifica già approvato in conferenza dei servizi lo scorso aprile da Comuni, Provincia e Regione e soprattutto per il quale la Regione ha già stanziato 600.000 euro.

Da qui, «per fare chiarezza», la loro richiesta di un incontro con l'assessore Romanò che ieri ha rassicurato tutti quanti: «L'importante è non perdere tempo, quindi si procederà con il progetto di bonifica già approvato. Vedremo poi come dal punto di vista procedurale la Cromoplastica potrà essere coinvolta».

Nel suo piano di lavoro l'azienda di Verdellino prevede innanzitutto la realizzazione di un sistema di pozzi di spurgo all'interno del suo perimetro industriale «in grado di sbarrare il fronte acquifero della presunta fonte della contaminazione».

Successivamente, «in contraddittorio all'Arpa», una campagna di campionamenti delle acque sotterranee alla quale dovrà seguire la realizzazione di un pozzo di sbarramento, profondo 20 metri, sul marciapiede di via Berna. Compito di questo pozzo sarà quello di aspirare l'acqua inquinata dalla falda acquifera e trasferirla, con una tubazione in parte interrata in parte scoperta, in un depuratore attualmente in fase di costruzione nell'azienda.

Prevista successivamente la realizzazione, a Ciserano, in via Solferino, di tre piezometri «al fine di definire nel dettaglio il flusso con maggiore concentrazione di cromo VI» e la realizzazione di due pozzi di sbarramento profondi 20-25 metri rispettivamente a Nord e a Sud dei tre piezometri. Si tratta di interventi che dovranno essere approvati dagli organi competenti e c'è la possibilità che alcuni di essi rimangano solo sulla carta proprio perché potrebbero non essere ritenuti idonei o interferire con quelli previsti nel progetto di bonifica già approvato da Comuni, Provincia e Regione.

Il progetto è già ai nastri di partenza (è in corso l'appalto per l'individuazione dell'azienda che dovrà effettuare i lavori). Per la sua realizzazione la Regione dovrà sborsare in tre anni cinque milioni di euro.

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