Jessica morì a soli 19 anni:
ora la mamma è testimonial Aido

Essere testimone, tutti i giorni, della gioia di sua figlia. Presentare in ogni situazione, fra amici, al lavoro, in famiglia, la bellezza della vita. È questa la missione di Monica Santini, mamma di Jessica, morta improvvisamente il 22 ottobre dell'anno scorso per una emorragia cerebrale a soli 19 anni.

La vita della sua bambina, oggi, scorre ancora dentro una dozzina di persone: giovani, adulti, anziani, gente che era in lista di attesa per un trapianto, per guarire, per cercare di rilanciarsi nella vita. Ed è dentro questo scenario che domenica mattina la comunità di Scanzorosciate, in particolare di Tribulina, ha reso un commosso saluto a Jessica, in occasione della cerimonia di benedizione del labaro della neonata sezione Aido di Scanzorosciate (una trentina le sezioni presenti all'evento, con in testa il sindaco Massimiliano Alborghetti), che è dedicata proprio a Jessica Santini.

«Non mi interessa a chi sono andati gli organi di mia figlia – afferma mamma Monica –. Non voglio sapere chi sono quelle persone, non sono e non saranno mai Jessica. Non li vado a cercare, non mi piace fare show. Jessica è mia, è parte della mia vita. E la ricordo, certo, come potrebbe essere altrimenti. Ma sono momenti miei, me li tengo per me. Ciò nonostante, quasi seguendo le indicazioni di Jessica, che amava la vita, anche perché le ho sempre detto di viverla intensamente, come se ogni giorno fosse l'ultimo, io vivo per gli altri. Sono sempre in giro, per conferenze e incontri, per sensibilizzare i giovani sulla cultura della donazione».

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