Palazzi sempre più fantasiosi
E le liti condominiali aumentano

«I contenziosi condominiali sono aumentati da quando i palazzi non sono più parallelepipedi». Giulia Pappalepore, avvocato del Foro di Bergamo specializzato in diritto immobiliare, la butta in architettura. Da quando anche i geometri si credono «archistar» e pure per tirar su un'onesta palazzina scomodano il Beaubourg, il tasso di litigiosità tra gli inquilini si è maledettamente innalzato. La riflessione dell'avvocato è nata durante la recente Giornata europea per la giustizia civile in cui si è parlato anche della conciliazione, tentativo prima di approdare in tribunale che diventerà obbligatorio dal prossimo marzo.

«Una volta il tetto copriva tutto l'edificio, l'acqua versata nelle fioriere sul balcone gocciolava con precisione nel vaso del vicino di sotto, il giardino era un problema comune - ha ricordato il legale -. Ora, invece, grazie a costruzioni fantasiose, per carità, molto pregevoli dal punto di vista estetico, la vita condominiale s'è complicata. Incastri di cemento irregolari, con i tetti che coprono solo parte del palazzo e con qualcuno che, non essendone beneficiato, si rifiuta di pagare le spese del rifacimento. I giardini sono venduti come esclusivi all'inquilino del pian terreno, che deve però far fronte alla pioggia di briciole dei sette piani soprastanti; l'acqua dei gerani va a finire sulle tende da sole o sulla sdraio di quello di sotto perché ha un terrazzo più sporgente».

Insomma, uno stillicidio di studiate irregolarità geometriche che finisce per acuire le nevrosi da vicinato. Insieme a quella che l'avvocato Pappalepore definisce «giurisprudenza parallela da bar»: «La gente vede in tv trasmissioni come "Un giorno in pretura" e "Forum" e poi viene da noi pensando di avere la verità in tasca. Per non parlare di quelli che scaricano le sentenze da internet e le riversano nella nostra posta elettronica. "Vede avvocato, questa fa al caso nostro", e magari non c'entra un bel niente».

«Ormai si è ingenerata l'idea di essere sotto la tutela dell'amministratore condominiale - ha confidato l'avvocato Pappalepore -. Se mi gocciola il rubinetto del lavello, sono convinto che sia un problema del palazzo e che debba provvedere il povero amministratore, obbligato a chiamare l'idraulico e a pagarlo con i fondi di bilancio». Ci sono conflitti condominiali che sono diventati telenovela, infiniti, con vicini di casa disposti a spendere fior di quattrini in assistenza legale pur di aver la soddisfazione di veder umiliato il dirimpettaio. «Qualche volta si arriva pure in Cassazione e, francamente - ha confidato Pappalepore -, è uno spreco di tempo e di denaro». Colpa dei geometri con velleità da «archistar»? Bah, l'impressione è che anche con un'edilizia di stampo sovietico un motivo per litigare lo si troverebbe sempre.

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