Operaio muore dopo un volo di sei metri

La disgrazia in un cantiere nel Cremonese: è caduto da una trave del capannone che stava costruendo

Un volo di sei metri dalla trave di un capannone prefabbricato sulla quale stava lavorando per sistemare la copertura è costato la vita ieri pomeriggio a Luca Alberti, operaio di 24 anni che abitava ad Antegnate.

L’incidente sul lavoro è accaduto a Calvatone, in provincia di Cremona, piccolo centro al confine con il Mantovano. Il giovane operaio da qualche tempo partiva tutte le mattine da Antegnate e raggiungeva il paese della Bassa cremonese insieme ad altri colleghi, con i quali stava innalzando la struttura prefabbricata che ospiterà la sede della «Sma Arredamenti», facente parte del gruppo «Stedilman srl», la cui fabbrica ed esposizione sorge proprio a lato del capannone in costruzione dove ha perso la vita l’Alberti.

Il tragico infortunio si è verificato alle 15,15 in località Maestà. Stando alle testimonianze degli altri operai fornite ai carabinieri della stazione di Piadena (Cremona), Luca Alberti si trovava su una delle travi poste a un’altezza di sei metri da terra, sulla quale sarebbe stata in seguito appoggiata la copertura dell’edificio. In base ai primi rilievi curati dagli stessi carabinieri e dai tecnici dell’ufficio prevenzione infortuni sul lavoro dell’Asl di Cremona, il giovane operaio si trovava sulla trave che aveva pochi attimi prima ancorato a due colonne portanti.

Luca Alberti ha sganciato il cavo della gru utilizzato per adagiare il pezzo di prefabbricato negli appositi incastri, quando ha perso l’equilibrio per cause ancora sconosciute: non è da escludere anche un malore. L’operaio ha tentato disperatamente di aggrapparsi con le mani a una corda, ma non è riuscito, cadende nel vuoto e finendo poi violentemente a terra. Il giovane ha picchiato la testa e il torace contro un cordolo di cemento.Una scena alla quale hanno assistito impotenti alcuni dei muratori presenti in cantiere, subito accorsi a portare i primi aiuti allo sfortunato collega. Ma Luca Alberti giaceva ormai esanime al suolo, e a nulla è valsa la corsa di un’ambulanza del 118 della Padana Soccorso, giunta da San Giovanni in Croce (Cremona), e dell’automedica dall’ospedale cremonese Oglio-Po di Casalmaggiore. I soccorritori si sono prodigati nel tentare di rianimare il ragazzo, per il quale non c’era però più nulla da fare. Momenti di comprensibile disperazione tra i compagni di lavoro di Luca Alberti che non si davano pace per quanto successo. La salma del giovane operaio è stata trasportata nella camera mortuaria del cimitero di Calvatone, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Luca Alberti lavorava per conto di un’impresa di costruzioni di Torre Pallavicina e tutte le mattine attendeva dinanzi a casa, in via Manzoni dove abitava con la moglie e la figlioletta al secondo piano di un condominio, il pulmino con i colleghi per raggiungere il posto di lavoro. Originario di Torre Pallavicina, dove aveva vissuto alla cascina Novella, si era trasferito ad Antegnate dopo le nozze con Daniela Bertoncelli, una ragazza del paese di un anno più grande che lavora come operaia in una fabbrica di Gallignano, località di Soncino (Cremona). Una coppia resa ancor più felice dalla nascita di Clara, che ha tre anni e frequenta la scuola materna di Antegnate.

La tragica scomparsa di Luca Alberti ha destato profondo cordoglio ad Antegnate e Torre Pallavicina, dove tutti lo ricordano per la grande dedizione alla famiglia e al lavoro.

(18/01/2005)

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