Un telo in juta plastificata
nel mistero di Santo Barcella

Non un sacco, ma un telo nero in juta plastificata, come quelli che si usano nelle serre per ombreggiare le coltivazioni. Questo l'insolito sudario che avvolgeva il corpo di Santo Barcella, il settantenne ucciso e abbandonato nei boschi di Valpiana, sopra Gandino.

Non un sacco, ma un telo nero in juta plastificata, come quelli che si usano nelle serre per ombreggiare le coltivazioni. Questo l'insolito sudario che avvolgeva il corpo di Santo Barcella, il settantenne ucciso e abbandonato nei boschi di Valpiana, sopra Gandino.

Non un sacco o un cellophane di uso comune e di immediata reperibilità: per nascondere alla meglio il cadavere, l'assassino (o gli assassini) hanno utilizzato invece un drappo particolare. Perché? Accertare da dove provenga, se sia stato rubato, o quantomeno gli ambiti di impiego di questo materiale potrebbe aprire nuove piste per gli inquirenti.


Ed è proprio questo uno dei tanti accertamenti che i carabinieri della compagnia di Clusone e del nucleo investigativo provinciale, coordinati dal sostituto procuratore Carmen Pugliese, stanno svolgendo in queste ore. Sarà analizzato dal Ris.

Le analisi del Ris riguarderanno anche gli indumenti e i reperti trovati addosso a Santo Barcella: l'uomo era completamente vestito (era persona distinta ed elegante), al polso aveva il suo orologio e, in tasca, la sua penna.

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