Travolto da un camion in retro
Operaio grave a Dalmine

È ricoverato all'ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo l'operaio di Dalmine che giovedì 7 aprile verso mezzogiorno è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro. Le sue condizioni sono gravi: l'uomo, di 52 anni, è in prognosi riservata.

È ricoverato all'ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo l'operaio di Dalmine che giovedì 7 aprile verso mezzogiorno è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro. Le sue condizioni sono gravi: l'uomo è in prognosi riservata. L'incidente è avvenuto dopo le 12 nell'area attrezzata della piazzola ecologica del Comune di Dalmine che si trova in via Bastone, tra le frazioni di Brembo e Sforzatica.

L'operaio, L. L. di 52 anni, dipendente della cooperativa che ha in gestione la piazzola, durante una fase di lavoro è stato schiacciato da un camion che con tutta probabilità procedeva in retromarcia e ha colpito l'uomo all'altezza della cassa toracica. Immediato l'intervento dell'autista e dei compagni di lavoro che hanno allertato il 118. Sul posto è arrivata l'auto medicalizzata e il personale medico ha prestato le prime cure al ferito: dopo averlo stabilizzato ha provveduto a farlo trasportare d'urgenza all'ospedale Humanitas Gavazzeni. Al pronto soccorso il cinquantaduenne è stato subito sottoposto agli opportuni esami diagnostici: hanno rilevato lo schiacciamento della cassa toracica.

L'uomo è ricoverato in prognosi riservata. Alla piazzola ecologica sono arrivati i carabinieri della stazione di Dalmine che, dopo un sopralluogo, hanno allertato l'Asl di Bergamo. I tecnici dell'Asl, ufficio prevenzione infortuni, hanno effettuato i rilievi e raccolto le testimonianze da parte dell'autista del mezzo pesante e delle persone che al momento dell'incidente erano presenti nella piazzola. I rilievi e le testimonianze sono utili alle indagini che dovrebbero stabilire l'esatta dinamica dell'ennesimo infortunio sul lavoro. I carabinieri per ordine del magistrato hanno quindi posto sotto sequestro il camion.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo dell'8 aprile

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