199 assegnazioni irregolari
Ecco i numeri di «affittopoli»

Centonovantanove alloggi assegnati in maniera irregolare, alcuni persino ad amici e parenti, e 70 mila euro di contributi pubblici a sostegno dell'affitto indebitamente erogati, secondo le accuse. I numeri della «Affittopoli» bergamasca sono ora nero su bianco.

Centonovantanove alloggi assegnati in maniera irregolare, alcuni persino ad amici e parenti, e 70 mila euro di contributi pubblici a sostegno dell'affitto indebitamente erogati, secondo le accuse. I numeri della «Affittopoli» bergamasca sono ora nero su bianco, nelle 35 pagine che compongono l'avviso di chiusura delle indagini preliminari, recapitato in questi giorni agli indagati.

Trentasette i capi d'incolpazione, sedici le persone finite sotto inchiesta, fra dipendenti comunali e assegnatari di alloggi. Otto i dipendenti pubblici iscritti nel registro degli indagati. I reati ipotizzati dal sostituto procuratore Giancarlo Mancusi vanno dall'abuso d'ufficio, contestato a chi avrebbe assegnato alloggi in barba alle regole previste dal regolamento regionale, al falso ideologico in atto pubblico, contestato ad alcuni degli inquilini che, per ottenere le chiavi degli appartamenti, non avrebbero esitato a mettere nero su bianco false dichiarazioni in merito alla loro posizione reddituale o alla composizione del loro nucleo familiare.

Fu proprio il Comune, nel 2010, a dare il via a una serie di controlli amministrativi, a seguito di esposti e segnalazioni di possibili irregolarità. Se ne occuparono prima i funzionari di Palazzo Frizzoni, poi la polizia locale. Approdata in procura, la vicenda è diventata materia per la Guardia di Finanza. I militari delle Fiamme Gialle hanno preso in esame il periodo dal 2006 al 2011.

Il meccanismo era quello delle assegnazioni in deroga, che prevede una corsia preferenziale per l'assegnazione degli alloggi, ma solo in casi di emergenza abitativa (per esempio per sfratto) e di particolari situazioni familiari. Doveva essere un'eccezione, invece – secondo l'accusa – l'assegnazione delle case comunali in deroga ai bandi regolari era diventata un'abitudine sospetta.

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